Secondo d’Holbach il filosofo,
cioè l’apostolo
della natura, insegna che la vera religione è “la morale della natura” e che
chi è amico degli uomini non può essere amico degli Dei. Il filosofo sa che è
necessario estirpare l’edificio della superstizione per innalzare un tempio
alla natura, alla pace e alla virtú, “le nostre sole divinità”. Esse
spezzeranno le catene e renderanno gli uomini finalmente liberi.
P. H. d’Holbach, Sistema della
natura, Tomo II, cap. XII
[L'apostolo della natura] cosí,
sfuggito alla tempesta, dall'alto della sua roccia, contemplerà le burrasche
che gli dèi suscitano sulla terra, darà una mano soccorritrice a quelli che
vogliono accettarla. Li incoraggerà con la sua voce, li aiuterà con le sue
preghiere e, nel calore della sua anima commossa, esclamerà: O natura, sovrana
di tutti gli esseri, e voi, sue figlie adorabili, virtú, ragione, verità, siate
per sempre le nostre solo divinità. A voi son dovuti l’incenso e gli omaggi
della terra. Mostraci, dunque, o natura, ciò che l’uomo deve fare per ottenere
la felicità che tu fai desiderare! Virtú, riscaldalo con il tuo fuoco benefico!
Ragione, guida i suoi passi incerti nei sentieri della vita! Verità, la tua fiaccola
lo illumini! Unite, divinità soccorritrici, il vostro potere per sottomettere i
cuori. Bandite dai nostri spiriti l’errore, la malvagità, il turbamento; fate
regnare al loro posto la scienza, la bontà, la serenità. L’impostura confusa
non osi mai mostrarsi. Fissate da ultimo i vostri occhi, da cosí lungo tempo
abbagliati o accecati, sugli oggetti che dobbiamo cercare. Allontanate per
sempre e quei fantasmi orridi e quelle chimere seducenti che servono unicamente
a farci delirare. Traeteci fuori degli abissi in cui la superstizione getta,
rovesciate il fatale impero della magia e della menzogna, strappate loro il
potere che vi hanno usurpato. Comandate senza eccezione ai mortali, spezzate le
catene che li opprimono, lacerate il velo che li copre, calmate i furori che li
inebriano, spezzate nelle mani sanguinose della tirannide lo scettro con cui li
si schiaccia, relegate gli dèi che li affliggono nelle regioni immaginarie
dalle quali la paura li ha fatti uscire. Ispirate coraggio all’essere
intelligente, dategli energia; osi da ultimo amare, stimare se stesso, sentire
la sua dignità; osi liberarsi, sia felice e libero, sia sempre lo schiavo
unicamente delle vostre leggi, perfezioni la sua sorte, ami i suoi simili, goda
lui stesso e faccia godere gli altri. Consolate il figlio della natura dei mali
che il destino lo costringe a subire; attraverso i piaceri che la saggezza gli
permette di gustare apprenda a sottomettersi alla necessità. Conducetelo senza
apprensioni alla meta di tutti gli esseri; insegnategli che non è fatto né per
evitarla né per temerla.
P. H. d’Holbach, Sistema della
natura, UTET, Torino, 1978, pagg. 672-673