Denis
Diderot, che insieme a d'Alembert può essere considerato l'“artefice” dell'Encyclopédie,
recupera il concetto di eclettismo: un concetto che, nella tradizione
filosofica, ha quasi sempre avuto un significato negativo, e che viene spesso
ancora oggi inteso come sinonimo di mancanza di originalità, di collazione piú
o meno disorganica di materiali altrui. Eclettismo invece, per Diderot,
significa fare i conti con la varietà della realtà senza volerla per forza
appiattire nella omogeneità di un “sistema”; significa lavorare con metodo per
trovare il nesso che esiste fra le “verità” isolate, e impegnarsi in questa
ricerca in maniera sistematica, seguendo la strada tracciata dalla “libertà di
pensiero”, “dall'esperienza e dalla ragione” e dalla quale è impossibile
deviare.
D.
Diderot, Enciclopedia, voce “Eclettismo”
L'eclettico
è un filosofo che, calpestando il pregiudizio, la tradizione, l'antichità, il
consenso universale, l'autorità, insomma tutto ciò che soggioga l'animo del
volgo, osa pensare con la propria testa, risalire ai princípi generali piú
chiari, esaminarli, discuterli, astenendosi dall'ammettere alcunché senza la
prova dell'esperienza e della ragione; che, dopo aver vagliato tutte le
filosofie in modo spregiudicato e imparziale, osa farne una propria, privata e
domestica; dico “una filosofia privata e domestica”, perché l'eclettico ambisce
non tanto a essere il precettore quanto il discepolo del genere umano, a
riformare non tanto gli altri quanto se stesso, non tanto a insegnare quanto a
conoscere il vero. [...]
L'eclettico
non raccoglie a caso delle verità; non le lascia isolate; e meno ancora si
ostina a sistemarle in un qualche piano determinato: quando ha esaminato e
ammesso un principio, la proposizione che subito segue, nella sua attenzione, o
si riallaccia in modo evidente a quel principio, o non vi si riallaccia
affatto, o gli è opposta. Nel primo caso la considera vera; nel secondo
sospende il giudizio finché nozioni intermedie fra la proposizione esaminata e
il principio ammesso non gli dimostrino o il legame o l'opposizione a tale
principio; nell'ultimo caso la rifiuta come falsa. Ecco il metodo
dell'eclettico. [...]
L'eclettismo,
questa filosofia cosí saggia, praticata dai primi uomini di genio assai prima
di avere un nome, restò sepolta nell'oblio fino alla fine del secolo XVI.
Allora la natura, rimasta lungamente intorpidita e quasi esausta, fece uno
sforzo e generò finalmente uomini fedeli alla piú bella prerogativa umana, la
libertà di pensiero; e si vide rinascere la filosofia eclettica con Giordano
Bruno da Nola, Girolamo Cardano, Francis Bacon da Verulamio, Tommaso
Campanella, René Descartes, Thomas Hobbes, Gottfried Wilhelm Leibniz, ecc.
[...]
Il
progresso delle conoscenze umane è una strada tracciata, dalla quale è quasi
impossibile che lo spirito umano devii.
(in Enciclopedia,
Laterza, Bari, 1968, pagg. 399-400)