Dostoevskij
compí un grande sforzo intellettuale, durato anni, per comprendere la natura
profonda del socialismo. In questa lettura egli mette in evidenza le comuni
radici del razionalismo e del socialismo. Il falansterio era un progetto di
convivenza sociale ideato da Charles Fourier (1772-1837)
F. M. Dostoevskij, Delitto e castigo (
pagg. 223-226)
“Eravamo partiti dalla concezione dei socialisti. È nota: il delitto è una protesta contro l’ingiustizia dell’ordinamento sociale, niente di piú; non ci sono altre cause, e basta!...”
“Ed ecco che tu sei già fuori strada!” gridò Porfirij Petrovic. Egli si andava visibilmente animando e non faceva che ridere, guardando Razumíchin, stuzzicandolo cosí ancora di piú.
“N-non ci sono altre cause,” lo interruppe con foga Razumíchin, “e io non sono fuori strada!... Posso mostrarti i loro libri: per loro, tutto dipende dall’’ambiente che corrompe’, e basta! È la loro frase preferita! Ne consegue direttamente che se si riorganizza la società, subito tutti i delitti scompariranno, perché non ci sarà piú nulla contro cui protestare, e in un batter d’occhio tutti diventeranno probi. La natura non la prendono in considerazione, la natura viene cancellata, la natura non c’entra! Per loro non è l’umanità che, attraverso lo sviluppo storico, attraverso il cammino della vita, percorso sino in fondo, si trasformerà finalmente, da sola, in una società giusta; ma è il sistema sociale che, balzando fuori da chissà quale mente matematica, metterà subito ordine in tutta l’umanità, rendendola in quattro e quattr’otto proba e senza peccato, al di fuori di qualsiasi vitale processo storico! È per questo che, istintivamente, odiano tanto la storia: ‘Non ci sono in essa che mostruosità e stoltezze’; e tutto viene spiegato con la stoltezza... Per questo, anche odiano tanto il vitale processo della vita: non c’è bisogno di un’anima viva! La vivente anima della vita ha delle esigenze; l’anima vivente non obbedisce alla meccanica, l’anima vivente è sospetta, l’anima vivente è retrograda! E se c’è puzzo di morto, uno se la può fare di caucciú; cosí, in compenso, non sarà vivente, sarà priva di volontà, sarà obbediente, non si ribellerà! Il risultato è che hanno ridotto tutto a una costruzione di mattoni, alla disposizione dei corridoi e delle stanze nel falansterio. Il falansterio è pronto, ma la natura non è ancora pronta per il falansterio; essa vuole la vita, non ha ancora completato il suo processo vitale, è troppo presto per il cimitero! Con la sola logica non si può scavalcare d’un salto la natura! La logica può prevedere tre casi, mentre ce n’è un milione! Allora, si cancella questo milione e si riduce tutto a una semplice questione di comfort! Questa è la soluzione piú facile! È di una chiarezza seducente, e non c’è bisogno di pensare! Soprattutto, non c’è bisogno di pensare! Tutto il mistero della vita trova posto in due fogli di stampa!”
F. M. Dostoevskij, Delitto e castigo,
Garzanti, Milano, 1978, vol. I, pagg. 286-287