DEWEY, CONTRO LA TRADIZIONALE NOZIONE DI ESPERIENZA
Noi cominciamo appena ora a intendere che è completamente annullata la psicologia che dominava la speculazione filosofica dei secoli XVIII e XIX. Essa affermava che la vita mentale ha origine nelle sensazioni che sono ricevute separatamente e passivamente e si riuniscono, per mezzo delle leggi della memoria e dell'associazione, in un mosaico di immagini, di percezioni e di concezioni. I sensi erano considerati come ingressi o vie della conoscenza. Salvo che nel combinare le atomistiche sensazioni, la mente era del tutto passiva e quiescente nel conoscere. Volizione, azione, emozione, desiderio, sono conseguenze delle sensazioni e delle immagini. Il fattore intellettuale o conoscitivo viene per primo e la vita emotiva e volitiva è solo una conseguente congiunzione di idee con sensazioni di piacere e di dolore.
[...] Lo sviluppo della biologia ha avuto per effetto di capovolgere questo quadro. Dovunque c'è vita, c'è comportamento, attività.
Di qui seguono alcune conseguenze importanti per la filosofia. In primo luogo, l'interazione dell'organismo e dell'ambiente, che si traduce in qualche adattamento che rende possibile l'utilizzazione dell'ambiente stesso, è il fatto primario, la categoria fondamentale. La conoscenza è relegata in una posizione derivata, secondaria in origine, anche se la sua importanza, una volta che si è stabilita, è soverchiante. La conoscenza non è qualcosa di separato e di sufficiente a sé stesso, ma è coinvolta nel processo da cui la vita è mantenuta e sviluppata. I sensi perdono il loro significato di ingressi della conoscenza, per assumer quello di stimoli all'azione. Per un animale, un'affezione all'occhio o all'orecchio non è un'oziosa materia d'informazione intorno a qualcosa d'indifferente che accade nel mondo. Ma è un invito e uno stimolo ad agire nel modo che bisogna. Essa è un filo conduttore per il comportamento, un fattore direttivo nell'adattamento della vita al proprio ambiente. Ha la qualità di un incitamento, non di una contemplazione. Tutta la controversia tra l'empirismo e il razionalismo sul valore intellettuale delle sensazioni diviene cosí stranamente fuori moda. Il problema delle sensazioni va messo nella rubrica dello stimolo immediato e della risposta, non in quello della conoscenza come elemento consapevole; una sensazione segna una interruzione in un corso di azioni già iniziato. Le sensazioni di questa specie sono emotive e pratiche, piuttosto che cognitive e intellettuali. Esse sono urti del mutamento, dovuti all'interruzione di una stabilizzazione anteriore. Esse sono segnali per dare direzione nuova all'azione.
(J. Dewey, La ricostruzione filosofica)