La
testimonianza dei miracoli fatta da intere moltitudini, non può essere
considerata valida perché tutti erano compenetrati da immagini e sensazioni
esaltate, tutti animati dalla medesima fede.
L. Feuerbach, L’essenza del cristianesimo
Non serve obbiettare che questi miracoli sono avvenuti, o si pretende che siano avvenuti, al cospetto di intere moltitudini: nessuno era in sé, tutti erano compenetrati di immagini e sensazioni esaltate, non naturali; tutti animati dalla medesima fede, dalla medesima speranza, dalla medesima fantasia. Chi ignora che, particolarmente in individui dominati dal sentimento, limitati e chiusi in sé stessi, e che vivono in stretta convivenza, si dà il caso di sogni, di visioni collettive o simili? Ma ognuno giudichi come vuole. Se la spiegazione del miracolo mediante il sentimento e la fantasia è superficiale, la colpa della superficialità non ricade su di chi dà questa spiegazione, ma sull’oggetto stesso, sul miracolo. Infatti il miracolo, esaminato attentamente, null’altro esprime se non appunto la potenza taumaturgica della fantasia, che senza contraddizione adempie tutti i desideri del cuore.
L. Feuerbach, L’essenza del cristianesimo,
Feltrinelli, Milano, 1971, pag. 148