In questo passo appare manifesta
la lettura plotiniana di Platone che, nella elaborazione di Marsilio Ficino,
influenzò tutto il Rinascimento. La scala gerarchica va dal molteplice all’Uno
attraverso l’anima umana e le intelligenze angeliche.
M. Ficino, Sopra lo Amore
ovvero Convito di Platone, cap. XVIII, 9
Or che comando io che ami nello animo? Comando che ami la
bellezza sua... La Bellezza dell’Animo è invisibile luce... Platone dichiara...
la Bellezza dello animo nella verità e nella sapienza consistere: e quella da
Dio agli uomini concedersi. Una verità medesima a noi data da Dio per varii
suoi effetti, varii nomi di virtú acquista [sapienza, scienza, prudenza,
giustizia, fortezza, temperanza]... E però ti comando che imprima consideri
quella Bellezza dell’animo, la quale negli onesti costumi si ritruova... E
sappi che debbi salire sopra i costumi a la lucidissima verità di Sapienzia,
Scienzia e Prudenzia... E benché tu vegga varie dottrine, di Sapienzia,
Scienzia, e Prudenzia, non di meno stima che in tutte è una luce di verità: per
la quale similmente tutte belle si chiamano. Ma questa una Verità, la quale in
piú dottrine si truova, non può essere la verità somma... Bisogna che sopra
l’Anima nostra sia una Sapienzia, la quale non sia sparsa per diverse dottrine,
ma sia unita: e da la unica verità sua, nasca la multeplice verità degli
uomini. Ricordati, o Socrate, che quella unica luce dell’unica Sapienzia, è la
Bellezza dell’Angelo: la quale tu dei sopra la Bellezza dell’Anima onorare...
Ma perché quella luce Angelica risplende nell’ordine di piú Idee, che sono
nell’Angelo, e pure bisogna che fuora e sopra ogni moltitudine sia essa unità,
la quale è origine d’ogni numero, però è necessario che la detta luce Angelica
esca da quello uno principio dello Universo, il quale essa Unità si chiama. La
luce adunque di essa Unità in tutto semplicissima, è l’infinita Bellezza...
Adunque la Luce è Pulcritudine di Dio... senza dubbio è Pulcritudine infinita.
La Pulcritudine infinita, infinito Amore richiede. Per la qual cosa, io ti
prego, Socrate mio, che tu ami le creature con certo modo e termine: ma il
Creatore ama con amore infinito...
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol.
VI, pagg. 600–601