Il Lógos biblico, il Lógos
platonico-stoico e la razionalitŕ aristotelica si fondono, nella riflessione di
Filone, in un’unica Sapienza: quella divina alla quale si deve la creazione e
l’organizzazione dell’universo.
a) Dio artefice del mondo (De mundi opificio,
4, 5)
Dio, prevedendo che non puň esserci una bella imitazione
senza un bel modello, né modello sensibile che non sia difettoso perché non
modellato sull’idea archetipa e intelligente, e avendo deciso di creare questo
mondo visibile, prima formň il mondo intelligibile, per poter creare poi, sul
modello incorporeo e simile a Dio, questo mondo corporeo, immagine posteriore
dell’altra immagine piú originaria, e contenente tante specie sensibili quante
sono in quella le intelligibili. Ma il mondo fatto di idee puň risiedere
soltanto nel Lógos, divino ordinatore di queste cose. E infatti quale
altra cosa puň accogliere e contenere in sé le potenze di lui, non giŕ tutte,
ma una qualunque? Quella creatrice č appunto una potenza che ha il vero Bene
come sua fonte [...].
Il mondo intelligibile altro non č che il Lógos
di Dio, ma di Dio giŕ creatore.
b) Dio causa, strumento e scopo della creazione (De Cherubim,
125-127)
Per la produzione di un essere qualsiasi devono
concorrere molti princípi: la causa propriamente detta, la materia, lo
strumento e il fine. Se qualcuno domandasse ciň che occorre per la costruzione
di una casa o di una cittŕ, si direbbe: un operaio, delle pietre, del legno,
degli strumenti [...]. E se si passa da queste costruzioni particolari alla
grande casa, alla grande cittŕ che č il mondo, si troverŕ che la causa č Dio
che l’ha fatta, la materia sono i quattro elementi con cui l’ha composta, lo
strumento č il Lógos divino per il quale č stata costruita; lo scopo
della costruzione č la bontŕ del Creatore.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1966, vol. I, pagg. 667-668)