FICHTE, DAI DISCORSI ALLA NAZIONE TEDESCA

 

Alla mia voce si associa quella dei vostri avi dalla più remota antichità […] “Giacché se era destino che la latinità assorbisse i popoli germanici, meglio essere distrutti da quella antica che da questa odierna. Tenemmo testa a quella e la vincemmo; voi vi lasciaste battere e disperdere da questa. Oggi, così stando le cose, non dovete più espugnarla con armi materiali; solo il vostro spirito deve adeguarsi di fronte ad essa e rimanere eretto. A voi è toccata la sorte più stupenda: fondare il regno dello spirito e della ragione, distruggere la forza bruta dominatrice del mondo.” A questa voce viene a mescolarsi quella dei vostri più recenti avi, caduti nella guerra santa per la libertà della religione e della fede. “Anche il nostro onore, salvatelo – essi ci gridano -. Non era ben chiaro a noi stessi perché combattessimo; oltre al giusto proposito di non sottostare a forze esterne nelle cose della coscienza, ci incalzava ancora uno spirito superiore che non ci si svelò mai interamente. A voi si è svelato questo spirito, se avete forza visiva capace di scorgere il mondo degli spiriti, e vi guarda con limpido e nobile sguardo. Bisogna spodestare dal governo del mondo l’ibrido confuso miscuglio degli appetiti sensuali e spirituali; solo lo spirito, puro e libero dagli impulsi sensuali, deve mettersi al timone e governare le umane vicende. Perché questo spirito avesse la libertà di svilupparsi e crescere a vita indipendente, per ciò fu versato il sangue tedesco. Tocca a voi dare a questo sacrificio tutto il suo significato e la sua ragione, collocando questo spirito al posto che gli spetta al governo del mondo. Se ciò – meta ultima del precedente sviluppo della nostra nazione – non si avvera, tutte le nostre guerre diventano vuote farse transitorie, e se la libertà di spirito e di coscienza da noi conquistata diventa una vana parola, non dovranno più esserci al mondo né spirito né coscienza”.

 

(Fichte, Discorsi alla Nazione tedesca)