Geymonat, Bacone Ruggero e la centralità dell'esperienza

L. Geymonat, uno dei piú importanti studiosi contemporanei della storia della scienza e del pensiero scientifico, mette in evidenza come per R. Bacone ogni forma di conoscenza – sia quella del mondo sensibile, sia quella di Dio – nasca dall’esperienza. L’importanza data all’esperienza relativa al mondo sensibile, rispetto a quella interiore dell’illuminazione, fa di R. Bacone un anticipatore del rinnovamento scientifico dei secoli successivi.

 

         Per Bacone la fonte ultima del sapere è l’esperienza. L’esperienza intesa però in un doppio senso: come esperienza esterna e come esperienza interna. La prima è la base delle scienze naturalistiche; la seconda è l’illuminazione interiore, nel senso agostiniano del termine.

         Se ogni conoscenza deve fondarsi sopra l’esperienza, alla ragione non può essere riservato che un compito strumentale. Ciò va detto, in particolare, per la matematica, nella quale, pur essendone studioso abbastanza serio, Bacone vede prevalentemente un utile ausilio alla fisica.

         Nella impostazione generale ora tratteggiata si inquadrano molti tentativi baconiani di indagine sperimentale: di ottica (specialmente sulle lenti), di alchimia, ecc. Pur senza raggiungere alcun risultato degno di speciale rilievo, questi tentativi sono interessantissimi, sia per l’abilità pratica che mostrano in Ruggero Bacone (evidentemente al corrente dell’analogo lavoro compiuto dagli ingegnosi artigiani del suo tempo), sia per lo spirito da cui sono animati. È uno spirito per alcuni versi molto moderno, in cui fa capo una nuova interpretazione della scienza, non piú considerata in funzione puramente conoscitiva, ma in funzione pratica, cioè come strumento rivolto ad accrescere la potenza dell’uomo sul mondo; ma per altri versi è uno spirito ancora del tutto medievale, dato che Bacone intendeva la scienza come strumento per la conversione degli infedeli.

         Accanto all’esperienza esteriore Ruggero Bacone ammette, come abbiamo già ricordato, una esperienza interiore non meno immediata e sicura della prima. Essa è la base della conoscenza intuitiva di Dio, che si attua nel rapimento estatico dell’anima. Per mezzo di essa Bacone, da buon francescano, può concludere la sua opera nel piú puro e sincero misticismo.

 

(L. Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico, Garzanti, Milano, 1970, vol. I, pag. 558)