Esponente
piú in vista dei “Nuovi filosofi”, che tanto scalpore fecero alla fine degli
anni Settanta, Gluksmann paragona Solzenicyn a Marx. Come Marx aveva sferrato
un grande attacco alla società borghese-capitalista, cosí Solzenicyn ha fatto
altrettanto verso la società comunista.
A. Gluksmann, La cuoca e il mangia-uomini,
II
Se Marx ha fatto dinamite del suo Capitale, non è perché abbia letto gli economisti classici come i nostri attuali teorici leggono Marx. Marx è stato grande perché è stato uno dei pochi pensatori a leggere le relazioni della “Commissione d’inchiesta sul lavoro infantile”, a misurare in essa l’ignoranza di tutto il sapere precedente. Quando maledice i borghesi e dimostra “fino a qual punto sono vigliacchi”, Marx fornisce a Engels gli esempi dell’ostruzionismo fatto ai progetti che proibivano il lavoro infantile: “si tratta di abolire la tortura per un milione e mezzo di esseri umani” (sottolineatura di Marx, lettera del 22 giugno 1867). La pergamena su cui Marx ha cominciato a decifrare le regole dello sfruttamento dell’uomo ad opera dell’uomo, è la pelle degli sfruttati. Avviso a tutti i pensatori che giudicano Solzenicyn dall’alto del loro “sapere teorico”: provino a mettere il naso nel capitolo dedicato ai “ragazzini” dell’arcipelago e comincino da lí a leggere i segreti della società sovietica, proprio come Marx decifrava i misteri del capitalismo inglese sul corpo martoriato dei bambini proletari.
La critica benpensante dell’Unione Sovietica ha annusato benissimo nelle opere di Solzenicyn e dei dissidenti un attacco alla società sovietica altrettanto formidabile di quello elaborato contro la società borghese del secolo XIX dai socialisti di allora ...
C. Panciarola, Filosofia e politica nel
pensiero francese del dopoguerra, Loescher, Torino, 1979, pagg. 288-289