Goldmann
sottolinea l’importanza del discorso pascaliano della scommessa (pari)
non solo per il marxismo, ma per qualsiasi altro metodo di ricerca, anche
quello scientifico. Poi ne mette in evidenza le specificità.
L. Goldmann, Il dio Nascosto [Le dieu
caché]
Tuttavia il fatto che il marxismo ponga all’inizio di ogni studio positivo dei fatti umani una scommessa e che scorga in questa scommessa la condizione indispensabile di ogni progresso della ricerca non dovrebbe – in sé – suscitare troppo stupore negli studiosi abituati al lavoro scientifico. Il fisico, il chimico non partono forse anche essi dalla scommessa sulla legalità del settore dell’universo che essi studiano? e questa scommessa delle scienze fisico-chimiche non era forse nel XVII e ancor di piú nel XVIII secolo del tutto nuova ed insolita?
Non è dunque il fatto di partire da un pari iniziale che può costituire come tale una obiezione seria al metodo dialettico in quanto metodo positivo, ma la natura specifica di questa scommessa, che la differenzia da quella che sta a fondamento delle scienze fisico-chimiche, e cioè:
a) il suo carattere non puramente teorico ma nello stesso tempo teorico e pratico (mentre nelle scienze fisico-chimiche la scommessa iniziale sembra puramente teorica, la pratica essendovi connessa solo in maniera mediata in quanto applicazione tecnica);
b) l’elemento di finalità che essa contiene (mentre nelle scienze fisico-chimiche la scommessa iniziale, sia che finisca con l’essere determinista, statistica o puramente legalistica, esclude in ogni caso qualsiasi elemento di finalità).
L. Goldmann, Pascal e Racine, Lerici,
Milano, 1961, pagg. 132-133