Le
esigenze specifiche della ricerca nel campo del sociale necessitano di una
metodologia che tenga conto di alcuni fattori.
L. Goldmann, Il dio Nascosto [Le dieu
caché]
Concludiamo brevemente che se si vuol partire da una ipotesi generale sulla natura della vita sociale, è necessario che questa ipotesi possa comprendere anche lo stesso studioso e la sua attività di ricerca, cioè deve implicare:
a) l’azione pratica dell’uomo; b) il carattere significante di tale azione e c) la possibilità per essa di giungere ad un successo o di subire un fallimento; tre caratteristiche queste, di cui le scienze fisico-chimiche possono e anzi debbono fare a mano, dato che non solo il ricercatore non fa parte dell’oggetto che studia, ma che questo oggetto è costruito mediante l’astrazione da tutto ciò che nell’universo può essere soggetto di pensiero e d’azione.
Per giungere ad una conoscenza positiva dell’uomo è dunque necessario scommettere in partenza sul carattere significante della storia; e ciò vuol dire – nel senso indicato nelle prime pagine di questo capitolo – partire da un atto di fede, Credo ut intelligam, che è il fondamento comune dell’epistemologia agostiniana, pascaliana e marxista, benché nei tre casi si tratti di una “fede” essenzialmente diversa (evidenza del trascendente, pari sul trascendente, pari su di una significatività immanente).
L. Goldmann, Pascal e Racine, Lerici,
Milano, 1961, pagg. 138-139