Goldmann
propone un’interessante interpretazione dello sviluppo storico della filosofia,
che va dalla tragedia greca e il suo superamento (il razionalismo socratico),
al pensiero tragico e al suo superamento con Hegel e Marx. L’opera a cui
l’autore fa riferimento all’inizio della lettura è La comunità umana e
l’universo presso Kant.
L. Goldmann, Il dio Nascosto [Le dieu
caché]
Abbiamo già detto nel capitolo precedente e in un altro lavoro come lo sviluppo ulteriore del Terzo Stato, lo slancio del pensiero scientifico orientato per sua stessa natura verso l’efficienza tecnica, lo sviluppo della morale individualista – razionalista o edonista – abbiano provocato nel XVII secolo il grido d’allarme di Pascal e nel XVIII secolo quello di Kant. Una volta di piú il pensiero tragico denunciava i sintomi di una crisi profonda nelle relazioni tra gli uomini e il mondo, il pericolo al quale aveva portato – o meglio si preparava a portare – l’incamminarsi degli uomini su una via che era parsa e pareva ancora a molti ricca e piena di promesse. Una volta di piú il pericolo è stato evitato, superata la via senza sbocco; ciò che è stato il razionalismo socratico e platonico per la tragedia greca, il razionalismo e l’empirismo moderni per la tragedia di Shakespeare, cioè il loro superamento storico attraverso l’affermazione che malgrado tutte le difficoltà e tutti i problemi l’uomo spera tuttavia di raggiungere e di realizzare con il suo pensiero e la sua azione dei valori autentici, la dialettica hegeliana e soprattutto marxista lo sarà per il pensiero tragico di Pascal e di Kant. Quest’analogia naturalmente vale solo nelle sue grandi linee, perché se si scende ai particolari esistono tra i tre casi differenze considerevoli.
L. Goldmann, Pascal e Racine, Lerici,
Milano, 1961, pagg. 74-75