Beato Pietro, principe degli Apostoli, inclina, preghiamo, le pie tue orecchie a noi e ascolta me tuo servo che dall'infanzia hai nutrito e fino a questo giorno hai liberato dalle mani dei malvagi, che mi hanno odiato e mi odiano per la fedeltà verso di te. Tu mi sei testimone e Nostra Signora madre di Dio, e il beato Paolo, fratello tuo fra tutti i beati, che la tua Santa Romana Chiesa trasse me, contro mio volere, al suo governo, ed io ritenni di non ascendere di furto alla tua sede, e avrei preferito finire la vita mia pellegrinando come monaco, anziché occupare il suo posto per vanità mondana con animo secolare. E perciò, per grazia tua, non in virtù delle mie opere, credo essere stato ed essere tuo volere che il popolo cristiano a te particolarmente commesso, a me particolarmente obbedisca, per le tue veci che mi sono state affidate. E la grazia che mi viene da te è la potestà data da Dio, di legare e sciogliere in cielo e in terra. Sorretto pertanto da questa fiducia, per l'onore e la difesa della tua Chiesa, da parte dell'onnipotente Iddio Padre e Figlio e dello Spirito Santo, con la potestà e l'autorità tua, ad Enrico re, figlio di Enrico imperatore, che è insorto con inaudita superbia contro la tua Chiesa, interdico il regno dei Teutoni e d'Italia, e sciolgo tutti i Cristiani dal vincolo del giuramento, che gli hanno prestato e presteranno, e ordino che nessuno gli serva come a re. È giusto infatti che colui il quale cerca di sminuire l'onore della tua Chiesa, perda egli stesso l'onore di cui sembra investito. E poiché ha disdegnato di obbedire come Cristiano, e non è ritornato a Dio, da cui s'è allontanato, partecipando cogli scomunicati sprezzando i miei ammonimenti, che, – tu mi sei testimonio, – gl'inviai per sua salvezza, separando sé dalla sua Chiesa, tentando di scindere la Chiesa stessa, in nome tuo lo costringo col vincolo dell'anatema e in virtù della tua fiducia lo lego per tal modo, che sappiano le genti e riconoscano per provare che tu sei Pietro e sopra la tua pietra il Figlio del Dio vivo edificò la sua Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa.
(Gregorio VII, Decreto di scomunica contro Enrico IV, da Falco, "La Santa Romana Repubblica", Ricciardi, Milano-Napoli, 1968)