Con la
Rivoluzione d’Ottobre la Russia cessa di ammirare l’Occidente libero, mentre
l’Occidente stesso comincia ad ammirare la Russia incamminata sulla via del
progresso attraverso la non-libertà.
V. Grossman, Vsiò teciot [Tutto
scorre...1970]
Ma la tragedia di Lenin non fu solo la tragedia della Russia, essa divenne una tragedia mondiale.
Avrà mai pensato Lenin che, portata a termine la rivoluzione, non sarebbe stata la Russia ad accostarsi all’Europa socialista, ma la schiavitú russa in lei nascosta ad oltrepassare le frontiere e a diventare la fiaccola che illumina le nuove vie dell’umanità?
Ormai non era piú la Russia a imbeversi del libero spirito dell’Occidente. Era l’Occidente a guardare con occhi affascinati lo spettacolo dello sviluppo russo incamminato sulla via della non-libertà.
Il mondo osservava la seducente semplicità di quella via. Il mondo capiva la forza di uno Stato nazionale costruito sulla non-libertà.
Sembrava essersi avverato quello che i profeti della Russia avevano previsto centocinquant’anni prima.
Ma come tutto si era compiuto in modo strano e terribile...
La sintesi leniniana, di non-libertà e di socialismo, sbalordí il mondo piú che la scoperta dell’energia atomica.
Gli apostoli europei delle rivoluzioni nazionali videro fiamme levarsi ad Oriente. Gli italiani e in seguito i tedeschi cominciarono a maturare, ognuno a modo suo, l’idea di un socialismo nazionale.
Intanto la fiamma seguitava a divampare: l’Asia, l’Africa la fecero propria.
Nazioni e Stati possono maturare in nome della forza e contro la libertà!
Non era, questo, alimento per gente sana; era un narcotico per i malati e i deboli, per i falliti, gli arretrati, i vinti.
La millenaria legge russa di sviluppo divenne, grazie alla volontà, alla passione, al genio di Lenin, una legge universale.
Cosí era stato destinato dalla storia.
V. Grossman, Tutto scorre..., Adelphi,
Milano, 1987, pagg. 200-201