GROSSATESTA, LA LUCE PRIMA FORMA CORPOREA

 

Ritengo che la prima forma corporea, che alcuni chiamano corporeità, sia la luce. Infatti la luce si diffonde per ogni dove per virtù propria, cosicché da un punto luminoso si produce immediatamente una sfera di luce estremamente grande, se la tenebra non le oppone resistenza. La corporeità è quell’entità a cui segue necessariamente l’estensione della materia secondo le tre dimensioni, mentre sia la corporeità che la materia, prese singolarmente, sono sostanze semplici, prive d’ogni dimensione. La forma, di per sé semplice e priva di dimensione, non fu in grado d’attribuire alla materia, parimenti semplice e priva di dimensione, l’estensione in ogni direzione se non moltiplicando sé stessa, diffondendosi subito in ogni senso ed estendendo la materia con un processo parallelo all’espansione di sé medesima. […] La luce, in seguito alla moltiplicazione infinita di sé stessa ugualmente distribuita in ogni parte, estende similmente la materia in ogni senso in forma sferica, e da ciò necessariamente consegue che le parti estreme della materia così estesa sono più dilatate e più rarefatte che non le parti più interne e vicine al centro. E poiché le parti estreme sono massimamente rarefatte, le parti interne saranno suscettibili d’una maggiore rarefazione. La luce quindi, estendendo nel modo suddetto la materia prima in forma sferica, e rarefacendo al massimo le parti estreme, ai margini esterni della sfera ha spinto la possibilità della materia al massimo grado e non l’ha lasciata suscettibile d’un ulteriore estensione. Così risulta compiuto il corpo primo all’estremità della sfera, che è chiamato firmamento, il quale nella sua composizione non ha se non materia prima e forma prima.

 

(Roberto Grossatesta, De luce seu de incohatione formarum, in Cosmologie medievali, a cura di G. C. Garfagnini, Loescher, Torino)