GENTILE, LE CONTRADDIZIONI DEL MATERIALISMO

 

Ma che materialismo è dunque cotesto? Come ogni materialismo esso non vuol riconoscere per reale se non ciò che è sensibile; ma questo sensibile, che è statico per ogni altro materialismo, per esso è dinamico, e in perpetuo fieri, donde il suo appellativo di materialismo storico. Ed ecco che questo materialismo, per essere storico, è costretto a negare nella sua costruzione speculativa il proprio fondamento: che non slavi altra realtà all'infuori della sensibilità; e a rifiutare quindi i caratteri essenziali d'ogni intuizione materialistica: come, ad es., la concezione atomistica della società, e lo stesso naturalismo. Questo, insomma, è un materialismo che per essere storico non è piú materialismo. Una intrinseca, profonda e insanabile contraddizione lo travaglia. E in verità non aveva detto Hegel che lo spirito è stona? Lo spinto, non la materia. Può, come pretese Marx, trasportarsi la storia dallo spirito alla materia? [...] Nel materialismo storico si vuol proclamare che la storia è la sola e reale signora di noi uomini tutti, e poi si afferma che, se i filosofi hanno finora cercato soltanto d'interpretare il mondo, ora invece si tratta di mutarlo, cioè mutare la storia, in che pei nuovi materialisti consiste ogni realtà. Il che vuol dire che questa realtà unica, che è la stona, la cui essenza viene determinata dallo sviluppo dialetticamente necessario, a un tratto diviene irreale, per il fatto stesso che il suo sviluppo deve arrestarsi, o mutare strada. E in che modo, o perché? Per le speculazioni del filosofi!

 

(G. Gentile, La filosofia di Marx)