La filosofia della Natura studia
quella tappa del percorso dell'Idea che va dal momento dell'estraniazione di sé
nella materia alla comparsa della prima forma di coscienza nell'uomo.
Hegel, ovviamente, suddivide anche lo studio della Natura in tre fasi: la
“meccanica”, la “fisica” e la “fisica organica”.
La prima si occupa della materia
ancora indeterminata (astratta); la seconda degli “individui naturali”
(elementi, luce, calore, corpi fisici, ecc.) nei quali la materia si è determinata;
la terza, infine, studia gli individui naturali che si sono determinati come
“organismo”, cioè come “vita”. Seguendo l'andamento triadico della dialettica,
Hegel afferma che nella Natura sono presenti tre tipi di organismo: il primo,
che costituisce l'aspetto formale e universale, è l'organismo geologico (“il corpo
terrestre, in quanto sistema universale dei corpi individuali”;
“questo morto organismo della terra, questo cristallo della vita” che,
“totalità in sé della vita”, può “diventare vitalità”); il secondo è l'organismo
vegetale, nel quale la Natura si determina come soggetti che racchiudono in
sé una molteplicità di processi (formazione, generazione, ecc.); il terzo è l'organismo
animale, in grado di muoversi autonomamente nello spazio.
G. W. F. Hegel, Enciclopedia
delle scienze filosofiche in compendio (1817), parr. 266, 273-274
La totalità
reale del corpo individuale, in quanto ha trasformato la propria particolarità
nel prodotto cosí come lo ha eliminato, si è perciò elevata nella prima idealità
della natura, in modo che è diventata però compiuta ed essenzialmente propria e
soggettiva. L'idea è pervenuta cosí all'esistenza, anzitutto a quella
immediata, alla vita. Questa é:
come
figura, l'immagine universale della vita; l'organismo geologico;
come
soggettività particolare o formale, quella vegetale;
come
singola soggettività concreta, la natura animale. [...]
L'individualità
organica è in primo luogo soggettività, in quanto la sua singolarità non è
semplicemente effettualità immediata, ma altrettanto elevata, ed è come momento
concreto dell'universalità, e l'organismo nel suo processo verso l'esterno
trattiene internamente il suo proprio sole. Questo è la natura animale che è
nell'effettualità e nell'esteriorità della singolarità, universalità soggettiva
in sé essente, cosí come, al contrario, singolarità immediatamente in sé
riflessa.
L'animale
ha un movimento proprio accidentale, poiché la sua soggettività, come la luce e
il fuoco, è idealità strappata alla gravità, un tempo libero, che in quanto
ugualmente levato all'esteriorità concreta, si determina da sé nel luogo,
secondo un caso interno. A ciò è aggiunto che l'animale ha voce, dal momento
che la sua soggettività come essente in e per sé, è la padronanza dell'idealità
astratta di tempo e di spazio, e il suo proprio movimento si presenta come
l'ideale, interna individualità di un libero fremere in se stesso; calore
animale, come continuo processo di dissoluzione della coesione nella
conservazione continuantesi della figura; intromissione periodica, ma
principalmente sentimento, quale l'individualità che si distingue nella
determinatezza immediatamente universale e da essa come effettuale.
(G. W. F. Hegel, Enciclopedia
delle scienze filosofiche in compendio [1817], Cappelli, Bologna, 1985,
pagg. 169, 171)