Heidegger, Il linguaggio è per sua natura metafisico

La lettura presenta una parte di un lungo dialogo fra un giapponese (G) e un interrogante (I). I due interlocutori si trovano d’accorso sulla natura sopra-sensibile, meta-fisica del linguaggio, sul suo essere espressione, estrinsecazione dell’anima.

 

M. Heidegger, Da un colloquio nell’ascolto del linguaggio

 

G.  Il parlare inteso nella sua pienezza significante trascende sempre la dimensione puramente fisico-sensibile del suono. Il linguaggio, come significato fattosi suono o segno scritto, è qualcosa di essenzialmente sopra-sensibile, qualcosa che perennemente oltrepassa il puramente sensibile. Il linguaggio, cosí inteso, è, per sua costitutiva natura, metafisico.

I.  Sono pienamente d’accordo con quanto Ella dice. Bisogna notare però che il linguaggio emerge in questa sua natura metafisica solo in quanto è stato precedentemente inteso come espressione. Espressione qui non significa piú solo emissione di suoni o scrittura: espressione viene a significare estrinsecazione.

G.  Questa implica come termine di correlazione l’interiorità, l'anima.

 

M. Heidegger, In cammino verso il linguaggio, Mursia, Milano, 1988, pag. 109