Heidegger
ritiene che la questione se il fondamento possa essere trovato utilizzando il
“principio di ragione” debba avere una risposta negativa, in quanto esso è
pre-logico.
M. Heidegger, Vom Wesen des Grundes [L’essenza
del fondamento], Halle 1929, trad. it. di F. Volpi, Segnavia,
Adelphi, Milano, 1987, pagg. 82-84
Il “principio di ragione”, come “principio supremo”, sembra escludere fin dall'inizio che vi sia un problema del fondamento. Ma il “principio di ragione” dice qualcosa sul fondamento come tale? Come principio supremo, svela forse l'essenza del fondamento? Nella sua formulazione piú comune e piú breve, il principio dice: nihil est sine ratione, niente è senza fondamento, mentre nella sua formulazione positiva: omne ens habet rationem, ogni ente ha un fondamento. Il principio fa un'asserzione sull’ente, e precisamente in riferimento a qualcosa come il suo “fondamento”. Ma in che cosa consista l'essenza del fondamento, in questo principio non è specificato. Anzi per questo principio, l'essenza del fondamento è presupposta come una “rappresentazione” per sé evidente. Ma anche per un altro verso il “supremo” principio di ragione fa uso dell'essenza non chiarita del fondamento; infatti il carattere specifico di principio di questo principio in quanto principio “fondamentale” (“Grund”-satz), principium grande (Leibniz), può essere determinato in modo originario soltanto in riferimento all'essenza del fondamento.
Occorre pertanto mettere in questione il “principio di ragione” sia per il modo in cui si pone, sia per il “contenuto” che pone, se si vuole che, al di là di una “rappresentazione” indeterminata e generica, l'essenza del fondamento diventi un problema.
Anche se non getta alcuna luce sul fondamento come tale, il principio di ragione può tuttavia servire come punto di partenza per una prima connotazione del problema del fondamento.
Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991,
vol. II, pagg. 282-283