Heisenberg, Sul concetto di verità scientifica

La qualifica di “definitivo”, cioè di una verità che ha raggiunto il suo stadio ultimo, può essere applicata solo a campi ristretti e limitati (ad esempio la fisica di Newton).

 

W. Heisenberg, Natura e fisica moderna, trad. di E. Casari, Garzanti, Milano, 19852, pagg. 51-54

 

Non appena, però, si passi alle interpretazioni filosofiche della teoria dei quanti, si trova che le opinioni divergono ancora. Si sente talora esprimere il parere che questa nuova forma di descrizione della natura sia ancora insoddisfacente, perché non corrisponde al precedente ideale della verità scientifica, e sia perciò da interpretare unicamente come un sintomo della crisi del nostro tempo e, in ogni caso, come qualcosa di non definitivo.

A questo proposito sarà bene discutere un po' piú in generale il concetto di verità scientifica e ricercare criteri in base ai quali si possa stabilire quando sia permesso chiamare “coerente e definitiva” una conoscenza scientifica.

Per quanto riguarda il valore definitivo dei risultati, bisogna ricordare che, nel campo delle scienze esatte, sono sempre esistite soluzioni definitive per certi limitati campi d'esperienza. Per esempio, i problemi che possono porsi con i concetti della meccanica newtoniana hanno trovato, attraverso le leggi newtoniane e le conseguenze matematiche da queste derivate, una risposta la cui validità è definitiva per ogni tempo. Queste soluzioni non vanno però al di là dei concetti della meccanica newtoniana e del suo modo di impostare i problemi; ne consegue che già l'elettrologia, per esempio, non poteva piú essere analizzata con questi concetti, e cosí, proseguendo l'indagine in questo nuovo campo, si sono ottenuti nuovi sistemi concettuali, con l'ausilio dei quali si poterono formulare matematicamente, in modo definitivo, le leggi dell'elettrologia. La parola “definitivo” nelle scienze esatte, significa dunque, evidentemente, che esistono sistemi di concetti e di leggi in sé chiusi, matematicamente rappresentabili, adatti a certi beni definiti campi d'esperienza, entro i quali hanno validità in qualunque punto dell'universo, senza essere passibili di mutamenti o di correzioni di sorta; d'altra parte, questa parola significa anche che non ci si può attendere che tali concetti e tali leggi siano in seguito adatti a rappresentare nuovi campi d'esperienza. Solo in questo senso limitato, quindi, anche i concetti e le leggi della teoria dei quanti possono qualificarsi “definitivi” e solo in questo senso limitato può in generale accadere che una conoscenza scientifica trovi la sua definitiva sistemazione nel linguaggio matematico o in qualche altro linguaggio.

 

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. IV, pagg. 814-815