Heisenberg, Sul principio di causalità

È noto che il principio di indeterminazione, scoperto dallo stesso Heisenberg, mette in crisi soprattutto il concetto di causa, di cui in questa lettura lo scienziato-filosofo esamina criticamente l’interpretazione “piú forte”.

W. Heisenberg, Ueber den anschaulichen Inhalt der quantentheoretischen Kinematik und Mechanik, [Sul contenuto evidente della cinematica e meccanica quantistica, 1927], ora in Gesammelte Werke, Berlin, 1984, pag. 503, trad. G. Gembillo

 

Tuttavia nella formulazione piú forte del principio di causalità: “se noi conosciamo il presente esattamente possiamo predire il futuro”, è falsa non la conseguenza, ma la premessa. Noi non possiamo in linea di principio conoscere il presente in ogni elemento di determinazione. Perciò ogni osservazione è una selezione da una quantità di possibilità e una limitazione delle possibilità future. Poiché ora il carattere statistico della teoria quantistica è cosí intimamente associato alla inesattezza di tutte le percezioni, si potrebbe essere condotti alla supposizione che al di là del mondo percepito statisticamente si celi ancora un mondo “reale”, nel quale il principio di causalità è valido. Ma tali speculazioni ci sembrano, per dirlo esplicitamente, infruttuose e insensate. La fisica deve descrivere soltanto la connessione formale delle percezioni. Piuttosto si può caratterizzare molto meglio il vero stato della cosa in questo modo: poiché tutti gli esperimenti sono soggetti alle leggi della meccanica quantistica, e dunque all'equazione, da ciò segue che attraverso la meccanica quantistica viene stabilita definitivamente la nullità (Ungültigkeit) del principio di causalità.

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. IV, pagg. 803-804