Hempel, Sulla questione del criterio di demarcazione

Karl Gustav Hempel (n. 1905), filosofo della scienza, allievo di Reichenbach, è stato membro del Circolo di Berlino, ma dopo l’avvento al potere del nazismo si rifugiò in America. In questa lettura egli propone un criterio basato su due requisiti, quello della “rilevanza esplicativa” e quello della “controllabilità” per distinguere ciò che è scienza da ciò che non lo è.

 

C. G. Hempel, Philosophy of Natural Science, trad. it. Filosofia delle scienze naturali, di A. Berra, Il Mulino, Bologna, 1978, pagg. 77-80

 

Spiegare i fenomeni del mondo fisico è uno degli obiettivi principali delle scienze naturali. In effetti, quasi tutte le ricerche scientifiche che sono servite come esempi nei capitoli precedenti non erano volte ad accertare qualche fatto particolare, bensí a raggiungere una qualche conoscenza esplicativa; esse, cioè, concernevano problemi circa il modo in cui si contrae la febbre puerperale; perché la capacità delle pompe nel sollevare l'acqua abbia limitazioni caratteristiche; perché la trasmissione della luce si uniformi alle leggi dell'ottica geometrica; e cosí via. [...]

Il fatto che l'uomo, a lungo e costantemente, si sia preoccupato di raggiungere una qualche comprensione degli estremamente diversi, spesso imbarazzanti e talvolta minacciosi accadimenti del mondo che lo circondano, è mostrato dai molteplici miti e dalle metafore che egli ha escogitato nel tentativo di spiegare la stessa esistenza del mondo e di se medesimo, della vita e della morte, dei moti e dei corpi celesti, della successione regolare del giorno e della notte, dell'alternarsi delle stagioni, del tuono e del lampo, del sole e della pioggia. Alcune di queste idee esplicative sono fondate su una concezione antropomorfica delle forze di natura, altre invocano poteri nascosti o agenti sconosciuti, altre ancora si riferiscono agli imperscrutabili piani di Dio e al fato.

Spiegazioni di questo genere possono innegabilmente dare al ricercatore la sensazione di aver raggiunto una certa intelligenza di quei fenomeni; esse possono dissolvere la sua perplessità e, in tal senso, “rispondere” ai suoi interrogativi. Ma, per quanto siffatte risposte possano essere psicologicamente esaurienti, non sono adeguate per gli scopi della scienza, che, dopo tutto, è interessata a sviluppare una concezione del mondo che abbia un rapporto chiaro, logico, con la nostra esperienza e sia cosí capace di un controllo oggettivo. Le spiegazioni scientifiche debbono, per questa ragione, soddisfare due requisiti sistematici, che verranno denominati il requisito della rilevanza esplicativa e il requisito della controllabilità. [...]

Consideriamo, per contro, la spiegazione fisica di un arcobaleno. Essa mostra che il fenomeno accade quale risultato della riflessione e della rifrazione della luce bianca del sole nelle goccioline sferiche di acqua che sono presenti in una nuvola. Con riferimento alle leggi ottiche rilevanti per il caso specifico, questa spiegazione mostra che ci si deve aspettare l'apparizione di un arcobaleno tutte le volte che una nube di goccioline d'acqua viene illuminata da una violenta luce bianca originata dietro all'osservatore. Cosí, anche se non ci è mai accaduto di aver visto un arcobaleno, l'informazione esplicativa fornita dalla spiegazione fisica costituirebbe una buona ragione per aspettarsi o per ritenere che apparirà un arcobaleno al verificarsi delle circostanze specificate. Faremo riferimento a questa caratteristica dicendo che la spiegazione fisica soddisfa il requisito della rilevanza esplicativa: l'informazione esplicativa addotta fornisce buone ragioni per credere che il fenomeno da spiegare si sia verificato, o si verifichi effettivamente. Questa condizione deve essere soddisfatta, se vogliamo essere autorizzati a dire: “ciò lo spiega: ci dovevamo aspettare effettivamente in quelle circostanze il fenomeno considerato!”

Il requisito rappresenta una condizione necessaria per una spiegazione adeguata, ma non una condizione sufficiente. Per esempio, un'ampia quantità di dati mostra uno spostamento verso il rosso negli spettri delle galassie distanti e con ciò fornisce valide ragioni per ritenere che quelle galassie si stiano allontanando dalla nostra a velocità enormi; ma non si spiega perché.

Per introdurre il secondo requisito fondamentale delle spiegazioni scientifiche, consideriamo ancora una volta la concezione dell'attrazione gravitazionale quale manifestazione di una tendenza naturale simile all'amore. Come abbiamo osservato in precedenza, questa concezione non ha implicazioni sperimentali di sorta. Quindi, nessuna scoperta empirica potrebbe assolutamente sostenerla e sconfessarla. Essendo perciò vuota di contenuto empirico, detta concezione non fornisce certo ragioni per aspettarsi i fenomeni caratteristici dell'attrazione gravitazionale: essa manca di un obiettivo potere di spiegazione.Rilievi analoghi si applicano alle spiegazioni stabilite in termini di un fato imperscrutabile: invocare una simile idea non significa raggiungere una conoscenza particolarmente profonda, ma significa piuttosto rinunciare a ogni tentativo di spiegazione. Per contro, le asserzioni su cui è fondata la spiegazione fisica di un arcobaleno hanno diverse implicazioni sperimentali; queste riguardano, per esempio, le condizioni in cui un arcobaleno verrà visto nel cielo e l'ordine dei suoi colori; l'apparizione di fenomeni iridescenti negli spruzzi di un'onda che si infrange sugli scogli e nella pioggia artificiale che cade da un inaffiatoio su un prato; ecc.. Tali esempi illustrano una seconda condizione cui sono soggette le spiegazioni scientifiche, condizione che chiameremo requisito della controllabilità: le asserzioni che costituiscono una spiegazione scientifica debbono essere suscettibili di controllo empirico.È già stato suggerito che la concezione della gravitazione in termini di un'affinità universale sottostante, non avendo implicazioni sperimentali, non può avere nessun potere esplicativo: essa non può fornire ragioni per aspettarsi che la gravitazione universale si presenterà, né che l'attrazione gravitazionale mostrerà tali e tali caratteristiche proprie; infatti, se essa implicasse conseguenze di questo genere, o deduttivamente o anche in un senso piú debole, induttivo-probabilistico, allora sarebbe controllabile con riferimento a tali conseguenze. Come questo esempio mostra, i due requisiti considerati sopra sono connessi fra loro: una spiegazione proposta che soddisfi il requisito della rilevanza, soddisfa anche il requisito della controllabilità (chiaramente non vale l’opposto).

 

Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. III, pagg. 479-481