Moses Hess
paragona la critica di Feuerbach alla religione con quella del socialista
francese Proudhon all’economia capitalista e arriva a concludere che il vero
umanesimo è il socialismo
M. Hess, Ueber
die sozialistische Bewegung in Deutschland [Sul movimento socialista in Germania]
Feuerbach dimostra che l’essenza oggettiva della piú completa delle religioni, il cristianesimo, non è altro che l’essenza estraniata dell’uomo, e con questa critica Feuerbach ha distrutto il fondamento di tutti gli errori o contraddizioni della teoria – sebbene egli non indichi in modo sistematico come tutte le opposizioni e contraddizioni sorgano dall’estraniazione dell’essenza dell’uomo. Feuerbach è il Proudhon tedesco. Ciò che questi aveva compiuto con la sua critica della proprietà nei confronti di tutti i contrasti e le collisioni pratiche della vita sociale, Feuerbach lo ha fatto nei riguardi di tutte le collisioni teoriche... Proudhon non ammetterà... che Feuerbach sia il sottofondo teorico della sua critica pratica della proprietà, piú di quanto Feuerbach non ammetterebbe che Proudhon ha applicato alla vita pratica il principio che sta a fondamento dell’Essenza del Cristianesimo. Ma in effetti basta applicare l’umanesimo feuerbachiano alla vita sociale per giungere alle conseguenze pratiche di Proudhon. Basta infatti da un puntò di vista feuerbachiano assumere un atteggiamento ugualmente critico verso il Dio pratico, il denaro, come verso quello teorico – oppure comprendere l’essenza dell’istituzione politica piú completa, l’essenza dello Stato di diritto, con la stessa esattezza con cui Feuerbach ha affermato l’essenza della piú completa delle religioni, il cristianesimo – basta questo per gettare per aria il mondo degli affaristi e per pervenire insieme con Proudhon, ma con ragionamenti piú semplici dei suoi, alla conclusione che la proprietà come essa esiste è il contrario di quello che essa sembra essere e che in verità dovrebbe essere. La proprietà infatti dovrebbe essere un possesso sociale intimamente connesso all’uomo e come tale, cioè come materiale che gli serve per la sua attività sociale, non essere soggetta ad alienazione, come non lo è tutto ciò che l’uomo, come materiale o mezzo della sua attività vitale, chiama sua proprietà, per esempio il suo corpo, la sua istruzione ecc. Ma la proprietà nella sua forma esistente, la proprietà del denaro, è il possesso sociale estraniato e perciò alienabile e vendibile, e nello Stato perfetto l’essenza dell’uomo è estraniata praticamente in modo altrettanto assoluto come lo è, teoricamente, nella religione perfetta; cosicché ogni capacità creativa dell’uomo viene rivendicata ad un essere ultraterreno, che assume poi tutti gli attributi del “creatore”. Il denaro è nella vita pratica dell’uomo altrettanto onnipotente e onnipresente, fonte di ogni salvezza e benedizione, quanto lo è Dio nella vita teorica. Perché Feuerbach non è giunto a queste importanti conseguenze pratiche del suo principio? L’essenza di Dio, dice Feuerbach, è l’essenza trascendente dell’uomo, e la vera dottrina dell’essenza divina è la dottrina dell’essenza umana: la teologia è antropologia – il che è vero, ma non è l’intera verità. L’essenza dell’uomo, va aggiunto, è l’essere sociale, la collaborazione dei diversi individui in vista di uno stesso scopo, di interessi del tutto identici, e la vera dottrina dell’uomo, il vero umanesimo, è la dottrina della socializzazione dell’uomo, cioè l’antropologia è socialismo.
Prima di Marx. Alle origini del socialismo, a cura di L. Ghiringhelli, G. D’Anna,
Messina-Firenze, 1979, pagg. 383-385