Secondo Hobbes il ragionamento
consiste nel compiere operazioni di tipo matematico. La ragione è come una
macchina calcolatrice.
Th.
Hobbes, Leviatano, I, cap. V
Quando uno ragiona non fa altro
che ottenere una somma totale attraverso una addizione di parti, o un
resto sottraendo una somma da un'altra; il che se è fatto con le parole
consiste nel ricavare dai nomi di tutte le parti il nome del tutto, o dai nomi
del tutto e di una singola parte il nome della parte rimanente. E sebbene in
certe cose come nei numeri gli uomini annoverano accanto all'addizione e alla
sottrazione anche altre operazioni come la moltiplicazione e la divisione,
tuttavia queste ultime operazioni sono identiche a quelle, poiché la
moltiplicazione significa nient'altro che sommare insieme quantità eguali e
dividere significa sottrarre da una quantità tante volte quante si vuole.
Queste operazioni non si applicano solo ai numeri ma a tutte quelle specie di
cose che si possono sommare insieme e sottrarre le une dalle altre. E infatti
come l'aritmetica ci insegna a sommare e a sottrarre in termini di numeri,
cosí la geometria insegna le stesse cose nel campo delle linee e delle figure,
solide o piane, di angoli, proporzioni, tempi, gradi di
velocità, forza, potenza e simili concetti; i logici
insegnano le stesse cose nel campo della connessione fra le parole: sommando
insieme due nomi si ha un'affermazione, sommando due affermazioni
si ha un sillogismo, sommando alcuni sillogismi si ha una dimostrazione;
e dalla somma, o conclusione di un sillogismo sottraggono
una proposizione per trovarne un'altra. Gli scrittori di politica sommano
insieme i patti stipulati per trovare quali sono gli obblighi degli uomini, e i
legislatori sommano le leggi e i patti per trovare che
cosa è il diritto e che cosa è il torto nelle azioni dei privati.
Insomma in qualunque campo in cui c'è posto per l'addizione e la sottrazione
c'è anche posto per la ragione; dove queste cose mancano la ragione
non ha niente da fare.
A questo modo noi possiamo
definire e stabilire che cosa significa la parola ragione quando la
consideriamo fra le facoltà dello spirito. Poiché ragione in questo
senso significa nient'altro che calcolo, cioè addizione e sottrazione, delle
conseguenze dei nomi generali usati per convenzione come annotazioni e
come espressioni dei nostri pensieri; io li chiamo annotazioni
quando il detto calcolo noi lo facciamo mentalmente, li chiamo espressioni
quando noi dimostriamo e proviamo i nostri calcoli mentali agli altri uomini.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1968, vol. XIII, pagg. 441-442)