Hume, Bisogna ridimensionare le pretese della filosofia

La potenzialità dell'immaginazione “è naturalmente grandiosa”; le capacità della ragione si muovono invece entro i confini ristretti della pratica e dell'esperienza di ogni giorno, cui bisogna ricondurre anche “le deliberazioni che si prendono in filosofia” come metodiche e accurate “riflessioni della vita di ogni giorno”.

 

D. Hume, Ricerca sull'intelletto umano, Sez. dodicesima, Parte prima

 

Un'altra specie di scetticismo moderato che può essere di vantaggio all'umanità, e che può essere il risultato naturale dei dubbi e degli scrupoli pirroniani, è la limitazione delle nostre ricerche a quei soggetti che sono piú adatti alle ristrette capacità dell'intelletto umano.

L'immaginazione dell'uomo è naturalmente grandiosa, si compiace di tutto quanto è remoto e fuori dell'ordinario, e spazia senza controllo nei piú remoti angoli dello spazio e nei piú distanti confini del tempo, per sfuggire agli oggetti che la consuetudine le ha reso troppo familiari.

Chi ha un corretto discernimento adotta il metodo contrario evitando tutte le ricerche distanti e grandiose, si limita alla vita quotidiana ed a quei soggetti che rientrano nella pratica e nell'esperienza d'ogni giorno, lasciando gli argomenti piú sublimi agli abbellimenti dei poeti e degli oratori, o agli artifici dei preti e dei politici.

Per spingerci ad una decisione cosí salutare, nulla può servire di piú che il convincerci radicalmente una volta per tutte della forza del dubbio pirroniano e dell'impossibilità che qualche cosa di diverso dal forte potere dell'istinto naturale ce ne possa liberare. Coloro che hanno inclinazione alla filosofia, continueranno sempre le loro ricerche, perché osservano che, oltre al piacere immediato che deriva da questa occupazione, le deliberazioni che si prendono in filosofia non sono che le riflessioni della vita di ogni giorno, rese metodiche e piú accurate. Ma essi non saranno mai tentati di andare al di là della vita comune, fintantoché considereranno l'imperfezione delle facoltà di cui si servono, il loro ambito ristretto e l'imprecisione delle loro operazioni. Mentre non possiamo dare una ragione soddisfacente del perché crediamo, dopo mille esperimenti, che una pietra cadrà o che il fuoco brucerà, possiamo forse rimanere soddisfatti di qualche risoluzione che possiamo prendere, riguardo all'origine dei mondi e alla situazione della natura dall'eternità e per l'eternità?

 

 (D. Hume, Opere, Laterza, Bari, 1971, vol. II, pag. 172)