Il contrasto ragione-passioni e
la superiorità della ragione sulle passioni sono due elementi comuni a tutta la
storia della filosofia. Secondo Hume, invece, il contrasto ragione-passioni non
esiste, perché la ragione non è in grado né di influenzare né di ostacolare le
passioni: “la ragione è, e può solo essere, schiava delle passioni”.
D. Hume, Trattato sulla natura
umana, Libro secondo, Parte terza, Sez. terza
Non c’è nulla di piú comune in
filosofia, e anche nella vita quotidiana, che parlare del conflitto tra
passione e ragione per dare la palma alla ragione, e per affermare che gli
uomini sono virtuosi solo nella misura in cui obbediscono ai suoi comandi. Si
sostiene che ogni creatura razionale ha l’obbligo di regolare le proprie azioni
secondo i dettami della ragione, e che nel caso in cui ci sia qualche altro
motivo o principio che pretenda di determinare la sua condotta, deve opporsi a
esso finché non sia completamente domato o almeno conciliato con quel principio
superiore. La maggior parte della filosofia morale, antica e moderna, sembra
fondarsi su questo modo di pensare; e non c’è nulla che offra maggior spazio
sia alle disquisizioni metafisiche, come alle declamazioni popolari, quanto
questa presunta superiorità della ragione sulla passione. Si sono poste nella
miglior luce l’eternità, l’invariabilità e l’origine divina della prima; mentre
si è continuamente insistito sulla cecità, incostanza e falsità della seconda.
Per dimostrare come tutta questa filosofia sia erronea, cercherò di dimostrare
in primo luogo che la ragione, da sola, non può mai essere motivo di una
qualsiasi azione della volontà; e in secondo luogo che la ragione non
può mai contrapporsi alla passione nella guida della volontà.
[...] Ma se la ragione non ha
questa influenza originaria è impossibile che possa ostacolare un principio che
invece possiede tale capacità, o che riesca a fare esitare la nostra mente sia
pure per un attimo. Risulta quindi chiaro che il principio che si contrappone
alla passione non può coincidere con la ragione e solo impropriamente lo si
chiama cosí. Non parliamo né con rigore né filosoficamente quando parliamo di
una lotta tra la passione e la ragione. La ragione è, e può solo essere,
schiava delle passioni e non può rivendicare in nessun caso una funzione
diversa da quella di servire e obbedire a esse.
(D. Hume, Opere, Laterza,
Bari, 1971, vol. I, pagg. 433-436)