Hume sottolinea l’importanza
straordinaria della simpatia nei rapporti umani e nel modo in cui essi sono in
grado di incrementare la coesione sociale.
D. Hume, Trattato sulla natura
umana, Libro secondo, Parte prima, Sez. undicesima
Nessuna qualità della mente umana
è piú notevole, in se stessa e nelle sue conseguenze, della nostra propensione
a simpatizzare con gli altri e a riceverne, comunicando con loro, le
inclinazioni e i sentimenti, sebbene diversi o contrari ai nostri. Ciò non è
solo evidente nei bambini, che accolgono ogni cosa diamo a intendere loro, ma
anche in uomini maturi di giudizio e d’intelletto che trovano difficile seguire
la propria ragione e le proprie tendenze, in opposizione a quelle dei loro
amici e compagni quotidiani. A questo principio dobbiamo attribuire la grande
uniformità che osserviamo nel carattere e nel modo di pensare degli individui
di una nazione; ed è molto probabile che questa rassomiglianza sorga piú dalla
simpatia che da qualche influsso del suolo e del clima, i quali, pur restando
sempre gli stessi, non possono tuttavia conservare uguale il carattere di una
nazione per centinaia d’anni. Un uomo di buon carattere condivide subito
l’umore della compagnia in cui si trova ed anche l’uomo piú orgoglioso e
scontroso si lascia un poco influenzare dai suoi compaesani e conoscenti. Un
contegno allegro infonde nel mio animo una notevole soddisfazione e serenità,
uno scontroso e triste mi getta in un improvviso abbattimento. Odio,
risentimento, stima, amore, coraggio, allegria, malinconia, sono tutte passioni
che sento piú per il rapporto con gli altri che per mio temperamento e
disposizione naturale. Un fenomeno tanto notevole merita la nostra attenzione e
deve venire ricondotto ai suoi princípi.
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol.
XIII, pagg. 931-932