Ai “ragionatori dogmatici” e
“ignoranti” che “abbracciano precipitosamente quei princípi ai quali sono
inclini” e nutrono soltanto pregiudizi, Hume contrappone “il ragionatore
rigoroso” e “cólto”, il cui atteggiamento mantiene in ogni ricerca e
risoluzione “un grado di dubbio, di cautela e di moderazione” dettato dal buon
senso e dalla riflessione dello “scetticismo moderato”.
D. Hume, Ricerca
sull'intelletto umano, Sez. dodicesima, Parte prima
Vi è, in verità, uno scetticismo
piú moderato o filosofia accademica che può essere sia durevole
che utile e che può, in parte, essere il risultato del pirronismo, o
scetticismo eccessivo, quando i suoi dubbi indifferenziati vengano, in
qualche misura, corretti dal buon senso e dalla riflessione. La maggior parte
degli uomini inclina naturalmente ad asserire dogmaticamente le proprie
opinioni; e dal momento che essi vedono le cose soltanto da un lato e non hanno
idea di argomenti che controbilancino i propri argomenti, abbracciano
precipitosamente quei princípi ai quali sono inclini e non hanno alcuna
indulgenza per coloro che professano sentimenti opposti. L'esitare, cioè il
valutare il pro ed il contro, rende perplesso il loro intelletto, arresta le
loro passioni e sospende la loro attività. Perciò sono impazienti di sottrarsi
a una condizione che è per loro cosí poco gradevole; e pensano di non essersene
mai allontanati abbastanza, con la violenza delle loro asserzioni e
l'ostinazione della loro credenza. Ma se questi ragionatori dogmatici potessero
rendersi conto delle sorprendenti infermità dell'intelletto umano, anche nelle
sue condizioni piú perfette, anche quando è piú accurato e pieno di cautela
nelle sue risoluzioni; una simile riflessione ispirerebbe loro naturalmente
maggiore modestia e riserbo, sminuirebbe la sciocca opinione che hanno di loro
stessi, nonché i loro pregiudizi nei riguardi dei propri avversari. Gli
ignoranti possono riflettere sull'atteggiamento dell'uomo cólto che, pur
disponendo di tutti i vantaggi dello studio e della riflessione, è di solito
sempre diffidente nelle proprie determinazioni; e se qualcuno fra le persone
c-lte fosse incline, per temperamento naturale, all'arroganza e
all'ostinazione, un pizzico di pirronismo potrebbe abbattere la sua superbia,
mostrandogli che i pochi vantaggi che egli può aver conseguito rispetto ai suoi
compagni di ricerche, sono del tutto trascurabili, se paragonati con la
perplessità e con la confusione che si insinua dappertutto ed è
inseparabilmente congiunta con la natura umana. In generale, v'é un grado di
dubbio, di cautela e di moderazione che, in tutte le specie di ricerca e di
determinazione, dovrebbe sempre accompagnare il ragionatore rigoroso.
(D. Hume, Opere, Laterza,
Bari, 1971, vol. II, pagg. 171-172)