La mia
opinione è che ogni uomo senta, in qualche maniera, la verità della religione
nel proprio cuore; e che per l’intimo sentimento della propria debolezza e della
propria miseria, più che non per un ragionamento, ciascuno sia condotto a
ricorrere alla perfezione di un tale essere, dal quale dipende, come tutta la
natura. Le più brillanti scene della vita sono oscurate dalle nubi di tanta
inquietudine e noia, che l’avvenire è sempre l’oggetto delle nostre
preoccupazioni e delle nostre speranze. Noi guardiamo innanzi e cerchiamo, a
forza di preghiere, d’omaggi e di sacrifici, di soddisfare queste potenze
sconosciute che noi, per esperienza, sappiamo essere così potenti
nell’affliggerci […] Siamo povere creature! Quali risorse avremmo nel mezzo
degli innumerevoli mali della vita, se la religione non ci fornisse qualche
strumento espiatorio e non calmasse questi terrori che ci tormentano
continuamente?
(D. Hume).