Kant ribadisce la distinzione fra
giudizio riflettente e giudizio determinante, altrimenti bisognerebbe ammettere
la conoscenza diretta di un Essere in grado di agire al di sopra della natura,
cadendo cosí nel campo della metafisica.
I. Kant, Critica del giudizio,
Prima introduzione, IX
Il concetto dei fini di natura è
dunque esclusivamente un concetto del giudizio riflettente per suo proprio uso,
e cioè per seguire il nesso causale negli oggetti dell’esperienza. Nell’usare
un principio teleologico della spiegazione dell’interna possibilità di certe
forme naturali viene lasciato indeterminato, se la finalità di esse sia
intenzionale, o non intenzionale. Quel giudizio, che sostenesse una delle due
alternative, non sarebbe piú semplicemente riflettente, ma determinante, e il
concetto di un fine della natura non sarebbe nemmeno piú un mero concetto del
potere di giudicare, per l’uso imminente (di esperienza), ma congiunto con un
concetto della ragione di una causa operante intenzionalmente posta sopra la
natura, il cui uso è trascendente, si voglia in questo caso giudicare
affermativamente, o negativamente.
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol.
XVII, pagg. 336-337