Kant confronta la “religione razionale pura” (il deismo) con la religione pubblica, cioè con il cristianesimo storicamente affermatosi ed impostosi nella Prussia dei suoi tempi. Le sue simpatie vanno per il primo tipo di religione e per una “Chiesa invisibile”.
I. Kant, La religione entro i limiti della sola ragione,
cap. IV, parte I
Poiché
una religione razionale pura ammette solo, in quanto fede religiosa pubblica,
la semplice idea di una chiesa (cioè di una chiesa invisibile), e solo la
chiesa visibile, che è fondata su norme stabilite, abbisogna ed è suscettibile
d’un’organizzazione compiuta dagli uomini; cosí il servire sotto il dominio del
buon principio nella religione razionale pura, non potrà esser considerato come
culto ecclesiastico, e questa religione non ha ministri legali, in quanto funzionarii
d’una comunità morale; ogni membro vi riceve direttamente gli ordini dal sommo
legislatore. Ma siccome tuttavia, per rispetto a tutti i nostri doveri (che
abbiamo da considerare anche, nel loro complesso, come comandamenti divini) noi
siamo sempre, ciò non di meno, al servizio di Dio, la religione razionale
pura avrà tutti gli uomini ben pensanti per ministri (senza che
tuttavia siano funzionarii); ma essi non potranno affatto, per questo,
esser chiamati ministri di una chiesa (cioè di una chiesa visibile, la sola che
qui sia in questione).
I. Kant, La religione entro i limiti della sola ragione,
Laterza, Bari, 1980, pagg. 166-167