Kosko, Il fuzzy pensiero

Tutt'intorno a noi le cose mutano la loro identità. Gli atomi che costituiscono l'universo turbinano e collidono e continuano a turbinare e a collidere. Tutto è in mutamento. Tutto fluisce. L'universo si sviluppa come un fiume che scorre. Il fluido cosmologico sembra obbedire alle leggi della relatività generale di Einstein al livello del grande, sembra obbedire alle leggi della meccanica quantistica al livello del piccolo e obbedisce non sappiamo a che cosa al livello intermedio. Le cose trapassano fluidamente in cose che sono non-cose rispetto a prima. Gli atomi delle punte delle nostre dita si avvolgono agli atomi dell'aria. Ci sono atomi di dita e atomi di non-dita; ma ci sono anche atomi intermedi, vale a dire atomi che appartengono in certa misura sia alle dita che all'aria e allo stesso tempo né alle une né alle altre. Una rosa è una rosa che è una non-rosa quando le sue molecole cambiano. Il dito trapassa nella mano, la mano nel polso, il polso nel braccio. L'atmosfera della terra trapassa nello spazio vuoto. La montagna va sgretolandosi e diviene collina e infine pianura. L'embrione umano nel suo sviluppo trapassa in un essere umano vivente e un cervello vivente si degrada fino a una cosa morta. Su tutte queste cose possiamo anche apporre etichette precise, bianche o nere. Ma le etichette si tramutano da accurate in imprecise a mano a mano che le cose cambiano. Il linguaggio fissa un legame fra una parola e la cosa significata. Quando la cosa si tramuta in qualcosa che è non-cosa rispetto a prima, il legame si tende, si spezza o si ingarbuglia con altri legami. "Casa" designa una casa anche dopo che la casa sia caduta in pezzi o bruciata. Il mondo delle parole ben presto appare come un peschereccio che va alla deriva con migliaia di lenze ingarbugliate o spezzate.

 

B. Kosko, "// fuzzy-pensiero", Baldini & Castoldi, Milano, 1997.