La polemica di Leibniz contro i
moderni non poteva non rivolgersi anche al materialismo; al materialismo di
Spinoza - pur senza nominarlo esplicitamente - si riferisce in particolare
l'inizio della pagina che segue.
G. W. Leibniz, Saggi filosofici
e lettere
1) Pare che anche
la religione naturale si indebolisca moltissimo. Molti rendono corporee le
anime, altri materializzano lo stesso Dio.
2) Locke e i suoi
seguaci pongono in dubbio, quanto meno, che le anime non siano materiali e
inestinguibili per via naturale.
3) Newton dice che
lo spazio è l'organo di cui Dio si serve per sentire le cose. Ma, se Egli ha
bisogno di qualche mezzo per sentirle, vuol dire che esse non dipendono
interamente da lui e non sono opera sua.
4) Newton e i suoi
seguaci hanno un'idea molto curiosa dell'opera di Dio. Secondo loro, Dio ha
bisogno ogni tanto di caricare il suo orologio, che altrimenti cesserebbe di
agire. Egli non ha avuto tanto accorgimento da farne un moto perpetuo. Anzi, la
macchina di Dio è, secondo loro, cosí imperfetta, che Dio è costretto, di tempo
in tempo, a ripulirla con lavoro straordinario, e anche ad aggiustarla, come fa
un orologiaio con la sua opera, ma un orologiaio è artefice tanto piú
inesperto, quanto piú spesso è obbligato a ritoccare e a correggere ciò che fa.
Secondo la mia opinione, nel mondo persistono sempre la stessa forza e la
stessa energia, che soltanto passa di materia in materia, conformemente alle
leggi della natura e al bell'ordine prestabilito. E ritengo che, quando Dio fa
dei miracoli, non li fa per sostentare i bisogni della natura, ma quelli della
grazia. Giudicare diversamente sarebbe avere una idea molto bassa della
saggezza e della potenza di Dio.
(P. Casini, a cura di, Filosofia
e fisica da Newton a Kant, Loescher, Torino, 19802, pagg. 302-303)