Il rapporto fra l’uomo e
l’Universo - microcosmo e macrocosmo - è un tema ricorrente della cultura
rinascimentale. Il modello ideale sembra, per Leonardo, essere costituito
dall’uomo, la cui struttura - tranne che per la coscienza e la volontà - si
riproduce nel mondo.
Leonardo da Vinci, Cod.
Atlantico, 55 v.
L’omo è detto da li antiqui mondo
minore, e certo la dizione è bene collocata imperò che, sí come l’omo è
composto di terra, acqua, aria e foco, questo corpo della terra è il
simigliante. Se l’omo à in sé ossa, sostenitore e armadura della carne, il
mondo à i sassi sostenitori della terra; se l’omo à in sé il lago del sangue,
dove cresce e discresce il polmone nello alitare, il corpo della terra à il suo
oceano mare, il quale, ancora lui, cresce e discresce ogni sei ore per lo
alitare del mondo; se dal detto lago di sangue dirivan vene, che si vanno
ramificando per lo corpo umano, similmente il mare oceano empie il corpo de la
terra d’infinite vene d’acqua. Manca al corpo della terra i nervi, i quali non
vi sono, perché i nervi sono fatti al proposito del movimento, e il mondo,
sendo di perpetua stabilità, non v’accade movimento e, non v’accadendo
movimento, i nervi non vi sono necessari. Ma in tutte l’altre cose sono molto
simili.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pag. 1199)
“Il
mondo, sendo di perpetua stabilità, non v’accade movimento”. Leonardo, attento
studioso della natura, non può certo ignorare il perpetuo movimento che anima
il macrocosmo, al quale però manca il movimento volontario. Ed è
proprio la volontà che differenzia l’uomo da tutti gli altri enti
dell’Universo. L’uomo è - per questo - piú perfetto del mondo che lo circonda:
il mondo, pertanto, non può essere modello per l’uomo, ma anzi, per Leonardo,
lo studio sull’uomo fornisce uno strumento per interpretare il mondo.