Lucrezio
spiega come avviene che gli atomi si uniscano per formare tutto ciò che si
trova in natura.
De rerum natura, II, 216-224,
284-293
1 Illud in his quoque te rebus cognoscre
avemus,
2 corpora cum deorsum rectum per inane feruntur
3 ponderibus propriis, incerto tempore
ferme
4 incertisque locis spatio depellere
paulum,
5 tantum
quod momen mutatum dicere possis.
6 Quod
nisi declinare solerent, omnia deorsum,
7 imbris
uti guttae, caderent per inane profundum,
8 nec foret offensus natus nec plaga creata
9 principiis:
ita nil umquam natura creasset.
[...]
10 Quare
in seminibus quoque idem fateare necessest,
11 esse
aliam praeter plagas et pondera causam
12 motibus, unde haec est nobis innata
potestas,
13 de
nilo quoniam fieri nil posse videmus.
14 Pondus
enim prohibet ne plagis omnia fiant
15 externa
quasi vi. Sed ne mens ipsa necessum
16 intestinum
habeat cunctis in rebus agendis
17 et devicta quasi cogatur ferre patique,
18 id
facit exiguum clinamen principiorum
19 nec
regione loci certa nec tempore certo.
1. Anche ciò desideriamo che tu
conosca fra questi argomenti:
2. i
corpi primi, quando sono tratti nel vuoto verso il basso in linea retta
3. dal
peso che loro appartiene, in tempo assolutamente indeterminato,
4. e
in luoghi indeterminati declinano un po’ dal percorso,
5. tanto
quanto basta a dire che il moto è stato cambiato.
6. Perché
se non fosse fatto normale questa deviazione, tutti giú in basso,
7. come
gocce di pioggia, cadrebbero nel vuoto profondo,
8. né
vi sarebbero mai stati scontri né urti sarebbero stati prodotti
9. tra
i principi; e cosí nulla mai avrebbe natura creato.
[...]
10. E perciò, negli atomi occorre che tu
ammetta questo,
11. che
esista, oltre agli urti e ai pesi, una causa ulteriore
12. del
movimento, donde sorge per noi questo innato potere:
13. ché
vediamo che dal nulla non può nascer nulla.
14. Impedisce
infatti il peso che tutte le cose avvengano
15. come
per forza a essi esterna. Ma che anche l’intelligenza debba
16. seguire
un’interna necessità, nel compiere tutti gli eventi,
17. sopraffatta,
sia costretta come a patire e subire,
18. di
ciò è causa una piccola declinazione dei principi delle cose,
19. in
un luogo non determinato, né in tempo determinato.
(Tito Lucrezio
Caro, La natura delle cose, Mondadori, Milano, 1992, pagg. 100-101;
104-107)