Se consideriamo quello che hanno
detto i grandi sapienti dell’antichità, dobbiamo constatare che essi hanno
ignorato Cristo. Ciò dimostra quanto la ragione ed il libero arbitrio siano
inutili per la salvezza dell’uomo
M. Lutero, W. 778-779; Clemen,
pagg. 282-283
Interroghiamo la nostra
esperienza: lo stesso intero mondo, la stessa ragione umana, lo stesso libero
arbitrio sono costretti a riconoscere di non aver saputo o udito nulla di Cristo
prima che venisse il Vangelo nel mondo. E, se non conobbero Cristo, meno ancora
lo cercarono o ebbero possibilità di cercarlo o di tendere a Lui. Ma Cristo è
la via, la verità, la vita e la salvezza (Giov., 14, 16). Riconoscono
dunque, lo vogliono o no, che non avrebbero potuto con le loro forze né
conoscere né cercare quelle cose che riguardano la via, la verità e la
salvezza. Ciò nonostante noi continuiamo ad opporre pazzesche e insulse parole
contro questa stessa nostra confessione ed esperienza, sostenendo che rimane a
noi una forza tanto efficace, da conoscere e da potersi applicare alle cose che
pertengono alla salvazione. Tutto questo non è, se non dire, in sostanza, che
Cristo è stato esaltato a nostro pro, senza che alcuno lo abbia prima saputo o abbia
potuto pensarlo; ma poi, viceversa, una tale ignoranza non viene considerata
ignoranza, bensí conoscenza del Cristo, cioè di quelle cose che riguardano la
salvezza.
Non vedi ancora, non tocchi con
mano che gli assertori del libero arbitrio folleggiano proprio, chiamando
scienza quello che essi stessi riconoscono essere ignoranza?
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol.
VIII, pag. 1145