Rosa
Luxenburg analizza la grande rivolta operaia del gennaio 1919 in Germania e ne
sottolinea l’importanza per la crescita della coscienza di classe in milioni di
lavoratori. Approfittando dell’occasione ella ricorda che anche il proletariato
russo ha bisogno dei suoi tempi di maturazione, che gli verranno dalla lotta e
soltanto dalla lotta.
R. Luxenburg, Lo sciopero generale, il
partito e i sindacati,
L’improvviso sollevamento generale del proletariato in gennaio, sotto il forte impulso degli avvenimenti di Pietrogrado era un atto politico di dichiarazione di guerra rivoluzionaria contro l’assolutismo. Ma questa prima azione generale e diretta di classe non ebbe che una prepotente ripercussione all’interno, suscitando per la prima volta, come con una scossa elettrica, il sentimento di classe e la coscienza di classe in milioni e milioni di uomini.
E questo risveglio del sentimento di classe risulta immediatamente dal fatto che una massa proletaria ebbe di un solo colpo coscienza del carattere insopportabile della assistenza sociale ed economica, ch’essa da tanto tempo subiva sotto le catene dei capitalisti. Allora sorge spontaneo un movimento generale per scuotere e spezzare quelle catene. Sotto mille forme, le sofferenze del proletariato moderno rinnovano il ricordo delle vecchie piaghe sempre sanguinanti. Qui, si lotta per la giornata delle otto ore, là contro il lavoro a cottimo; qui si mettono a posto padroni brutali, là si battaglia contro l’infame sistema delle multe; dappertutto si lotta per salari migliori, qua e là per la soppressione del lavoro a domicilio.
Nelle grandi città, mestieri antiquati e svalutati; piccole città provinciali assopite sino ad allora in un sonno idilliaco; il villaggio con la sua proprietà uscita dal servaggio [...] tutto ciò, d’un tratto svegliato dal lampo del gennaio, si ricorda dei suoi diritti e febbrilmente cerca di riprendere il tempo perduto.
La lotta economica, in questo caso, fu dunque in realtà non uno sparpagliamento, una spezzettatura d’azione, ma unicamente un cambiamento di fronte, una trasformazione brusca e naturale della prima battaglia generale con l’assolutismo in una battaglia generale contro il capitalismo, la quale, conforme al suo carattere, assunse la forma di lotta per il salario isolato e disperso.
Non si dica che l’azione politica di classe, in gennaio fosse spezzata per il fatto che lo sciopero generale si disperse in scioperi economici; al contrario, dopo esaurite le possibilità contenute nell’azione politica, data la situazione, l’azione politica stessa si trasformò in un’azione economica.
Ed infatti, che cosa poteva dare di piú lo sciopero generale del gennaio? Soltanto una inintelligenza completa poteva ripromettersi l’annientamento dell’assolutismo, tutto di un colpo, con un solo sciopero generale “prolungato” secondo il tipo anarchico.
L’assolutismo in Russia deve essere abbattuto dal proletariato. Ma il proletariato ha bisogno perciò di un alto grado di educazione politica, di coscienza di classe e di organizzazione. Tutte queste condizioni, esso non può procurarsele negli opuscoli e nei fogli volanti; gli verranno soltanto dalla scuola politica vivente della lotta e nella lotta, durante la marcia della Rivoluzione.
R. Luxenburg, Lo sciopero generale, il
partito e i sindacati, Edizioni Avanti, Milano, 1919, pagg. 21-22