Capitolo VIII - Dell'origine delle società politiche
95. Poiché gli uomini sono, come s'è detto, tutti per natura liberi, eguali ed indipendenti, nessuno può esser tolto da questa condizione e assoggettato al potere politico di un altro senza il suo consenso. L'unico modo con cui uno si spoglia della sua libertà naturale e s'investe dei vincoli deila società civile, consiste nell'accordarsi con altri uomini per congiungersi e riunirsi in una comunità, per vivere gli uni con gli altri con comodità, sicurezza e pace, nel sicuro possesso delle proprie proprietà, e con una garanzia maggiore contro chi non vi appartenga. Ciò può esser fatto da un gruppo di uomini, in quanto non viola la libertà degli altri, i quali rimangono, com'erano, nella libertà dello stato di natura. Quando un gruppo di uomini hanno così consentito a costituire un'unica comunità o governo, sono con ciò senz'altro incorporati, e costituiscono un unico corpo politico, in cui la maggioranza ha diritto di deliberare e decidere per il resto. (...)
98. Infatti, se ragionevolmente il consenso della maggioranza non può accogliersi come la deliberazione della totalità, né decidere per ogni individuo, si dovrà necessariamente dire ch'è il consenso di ogni individuo che fa di qualcosa una deliberazione della totalità; ma tale consenso è presso che impossibile ad avere, se si considerano le infermità di salute e gl'impegni d'affari, che, in un gruppo e tanto più in una società politica, necessariamente impediranno a molti d'intervenire in una pubblica assemblea. Se a ciò si aggiungono la varietà di opinioni e il contrasto d'interessi, che inevitabilmente hanno luogo in ogni collettività, l'entrare in società a tali condizioni equivarrebbe all'entrata di Catone a teatro, che vi entrava soltanto per uscirne. Una costituzione come questa renderebbe il potente Leviatano di durata più breve che le più deboli creature, e non lo lascerebbe sopravvivere al giorno in cui è nato, il che non si può supporre sino a che non si possa pensare che le creature ragionevoli desiderino e costituiscano società soltanto perché si dissolvano; perché dove la maggioranza non può decidere per il resto, la società non può deliberare come un sol corpo, e per conseguenza si dissolverà immediatamente.
99. Perciò coloro che, uscendo dallo stato di natura, si riuniscono i comunità, si deve intendere che rimettano tutto il potere, necessario agli scopi per cui si riuniscono in società, alla maggioranza della comunità, a meno che abbiano espressamente convenuto un numero maggiore che la maggioranza. (...)
(J. Locke, Saggio sul governo civile)