Troppo
spesso le “buone azioni” degli uomini sono determinate da fattori esterni: il
miraggio di un premio o la paura di una pena (compresi i premi e le pene
divini). Solo il bene disinteressato può avere un valore morale.
Ricordi, V, 6
C’è chi, quando fa bene a un altro, è
pronto a esigerne gratitudine; c’è chi non è pronto a ciò, ma tuttavia entro di
sé pensa come di fronte a un debitore, e sa bene quel che ha fatto. Ma c’è chi
quasi neppur sa quel che ha fatto; ma somiglia alla vite che ha portato il
grappolo, e null’altro cerca, una volta dato il proprio frutto [...].
Quest’uomo, fatto il bene, non lo va gridando, ma passa ad altro, come la vite
a riportar di nuovo il grappolo nella sua stagione.
(R. Mondolfo, Il pensiero antico, La Nuova Italia, Firenze, 19613,
pag. 467)