Marco Aurelio, Fare il bene per il bene

Troppo spesso le “buone azioni” degli uomini sono determinate da fattori esterni: il miraggio di un premio o la paura di una pena (compresi i premi e le pene divini). Solo il bene disinteressato può avere un valore morale.

 

Ricordi, V, 6

 

         C’è chi, quando fa bene a un altro, è pronto a esigerne gratitudine; c’è chi non è pronto a ciò, ma tuttavia entro di sé pensa come di fronte a un debitore, e sa bene quel che ha fatto. Ma c’è chi quasi neppur sa quel che ha fatto; ma somiglia alla vite che ha portato il grappolo, e null’altro cerca, una volta dato il proprio frutto [...]. Quest’uomo, fatto il bene, non lo va gridando, ma passa ad altro, come la vite a riportar di nuovo il grappolo nella sua stagione.

 

(R. Mondolfo, Il pensiero antico, La Nuova Italia, Firenze, 19613, pag. 467)