Marco Aurelio, La solidarietà fra gli uomini

Marco Aurelio sviluppa un concetto tipico del pensiero stoico: l’uomo non è nato per vivere solo; la consapevolezza di appartenere all’umanità porta a rispettare e amare tutti gli altri uomini, anche “il peccatore”.

 

Ricordi, IX, 9; VIII, 59; VI, 39; II, 1; III, 4; VII, 13; XI, 9

 

1      Per quanto gli uomini fuggano [dall’unione con gli altri] son ripresi; che la natura li domina [...]. Troverai prima un granello di terra non attaccato a nessun altro granello, che un uomo separato dall’uomo.

2      Gli uomini son nati l’uno per l’altro.

3      Gli uomini, con i quali hai comune la sorte, amali, ma veracemente.

4      Mi è congiunto anche il peccatore [...] perché partecipe della stessa mente e sorte divina [...]. Siamo nati per la cooperazione, come i piedi le mani, le ciglia [...].

5      Tutto il razionale è congiunto; e prender cura di tutti gli uomini è nella natura dell’uomo.

6      Come per le membra c’è l’unità del corpo, cosí han la ragione gli esseri razionali distinti, creati per una sola confluenza di opere [...]. Ripeti a te stesso: sono membro del sistema degli esseri razionali. Se dici solo parte, non ami ancora di cuore gli uomini; non ancora godi pienamente del benificarli; ancora lo fai come un puro dovere, non come un beneficio a te stesso.

7      Entrambi ugualmente disertori, chi si ritira dal posto e chi si estrania da chi per natura gli è congiunto e amico.

(R. Mondolfo, Il pensiero antico, La Nuova Italia, Firenze, 19613, pagg. 469-470)