La morte non
spaventa gli stoici che l’hanno vista anche come estremo rimedio al dolore di
una vita non libera (si ricordi il suicidio di Seneca). La morte non è, come
sostenevano gli epicurei, il nulla da non temere: la morte diventa in qualche
modo il metro della vita, il momento del “giudizio” su ciascuna delle nostre
azioni e, quindi, svolge in qualche modo una funzione attiva: stimola ad agire bene in
ogni momento, perché ogni errore può essere irrimediabile.
Ricordi, II, 11; VII, 69; II, 5
1 Come se già ora avessi a uscir di vita,
cosí devi fare e dire e pensare ogni cosa.
2 Questo è la perfezione morale: vivere ogni
giorno come fosse l’ultimo.
3 Come se fosse l’ultima della vita ogni tua
azione compirai.
(R. Mondolfo, Il pensiero antico, La Nuova Italia, Firenze, 19613,
pag. 471)