La
vittoria dell’uomo sulla materia e il soddisfacimento dei bisogni si sono
trasformati in una nuova forma di dominio dell’uomo sull’uomo, capace di
eliminare o fagocitare ogni tipo di opposizione e di sconfiggere il pensiero
negativo.
H. Marcuse, Ragione e rivoluzione [Reason
and Revolution]
E come sempre, il soggetto che ha conquistato la materia soffre sotto il peso morto della sua conquista. Quelli che attuano e dirigono tale operazione di conquista se ne servono per creare un mondo in cui le maggiori possibilità di benessere e la forza dei mezzi organizzati per la produzione, che arriva dappertutto, tengono gli uomini soggiogati allo stato di cose prevalente. I gruppi sociali che la teoria dialettica considerava forze di negazione dell’ordine costituito, vengono eliminate o fagocitate dall’ordine suddetto. Davanti alla potenza dei dati di fatto, il potere del pensiero negativo è sconfitto.
Questa potenza dei fatti è una potenza intesa come possibilità di opprimere; è il potere dell’uomo sull’uomo che appare come condizione oggettiva e razionale. Contro tale apparenza, il pensiero continua a protestare in nome della vanità, ed anche in nome dei fatti. Il fatto piú importante ed universale è in realtà che lo status quo si perpetua attraverso la continua minaccia della distruzione atomica, attraverso uno spreco di risorse senza precedenti, attraverso un calare dell’intelligenza, e infine, cosa che è di particolare importanza, attraverso la forza cieca. Queste sono le contraddizioni non risolte. Esse riguardano ogni singolo fatto e avvenimento, permeano l’intero universo di pensiero e di prassi. Esse eliminano anche la logica delle cose, cioè la forma di pensiero capace di svelare l’ideologia, e di comprendere il reale nella sua totalità.
R. Bortot e V. Milanesi, Il concetto di
filosofia nel pensiero contemporaneo, G. D’Anna, Messina-Firenze, 19842, pagg. 291-292