Jacques
Maritain (1882-1873), filosofo francese, si è impegnato nella riproposizione
del tomismo in una forma aggiornata, che tenga conto e si confronti con la
filosofia moderna. La sua proposta si è conclusa nel recupero di un “umanesimo
integrale” a cui affidare le sorti dell’umanità futura. In questa lettura egli
traccia le caratteristiche fondamentali della persona, la sua natura
spirituale, la sua libertà e cosí via.
J. Maritain, La personne humaine en général,
in De Montreux à Paris. L’oeuvre de l’Internationale Syndacale Chrétienne
1934-1937, Confédération Internationale des Syndacats Chrétiens, Paris,
1937, La persona umana in generale, trad. it. G. Galeazzi, in J. Maritain, La persona
umana e l’impegno nella storia, a cura di G. Galeazzi, La Locusta, Vicenza,
1979, pagg. 20-44
In termini filosofici, la personalità è la sussistenza di un essere capace di pensare, amare e collaborare da sé alla propria sorte, e che travalica di conseguenza, a differenza della pianta e dell’animale, la soglia dell’indipendenza propriamente detta. Questo fa sí che alcuni esseri, dotati di intelligenza e di libertà, stiano nell’esistenza come un tutto indipendente (piú o meno indipendente) nel grande tutto dell’universo e di fronte al tutto trascendente che è Dio. [...]
La parola persona viene dalla identica parola latina persona, che ha significato in un primo momento “maschera”, la maschera che usavano gli attori nelle commedie e tragedie antiche; e siccome quelle maschere rappresentavano gli eroi di cui gli attori recitavano la parte, si prese l’abitudine di chiamare persone anche gli altri uomini che si distinguono non con la maschera ma con un volto tipico, e che agiscono come personaggi sul palcoscenico del mondo e nel governo provvidenziale; che possono liberamente amare Dio e liberamente resistergli.
In questo senso si può dire che la persona è un universo di natura spirituale dotato di libero arbitrio e che costituisce un tutto indipendente, inferiore a se stesso. Né la natura né lo Stato possono incidere su tale universo senza il suo consenso. E Dio stesso, che è e agisce nell’interno, vi agisce in modo particolare e con una delicatezza singolarmente squisita, la quale dimostra in quanto conto Egli lo tenga. Rispetta la sua libertà, nel cuore della quale tuttavia abita; la sollecita, non la costringe mai.
In definitiva quello che sta nel piú profondo della dignità della persona è il fatto che non abbia soltanto con Dio la somiglianza comune che hanno le altre creature; gli somiglia in proprio, è a immagine di Dio, poiché Dio è spirito, e procede da Lui avendo per principio di vita un’anima spirituale, uno spirito capace di conoscere e amare, e di essere innalzato tramite la grazia a conoscere e amare Dio come lui stesso si conosce e si ama.
Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991,
vol. I, pag. 866