La lettura
inizia con una citazione tratta dal Programma di Gotha, a cui fa seguito
il commento critico di Marx.
K. Marx, Critica del programma di Gotha
4. “L’emancipazione del lavoro dev’essere l’opera della classe operaia, di fronte alla quale tutte le altre classi costituiscono soltanto una massa reazionaria”
La prima strofe è presa dalle parole introduttive degli statuti internazionali, ma in forma “corretta”. Ivi si dice: “La emancipazione della classe operaia, dev’essere opera degli operai stessi”. Qui invece “la classe operaia” ha da liberare... che cosa? “Il lavoro”. Capisca chi può.
In cambio l’antistrofe è una citazione lassalliana della piú bell’acqua: “di fronte alla quale (alla classe operaia) tutte le altre classi costituiscono soltanto una massa reazionaria”.
Nel Manifesto comunista si dice:
“Di tutte le classi, che oggi stanno di fronte alla borghesia, solo il proletariato è una classe veramente rivoluzionaria. Le altre classi decadono e periscono con la grande industria, mentre il proletariato ne è il prodotto piú genuino”.
La borghesia è concepita qui come classe rivoluzionaria – in quanto organizzatrice della grande industria – rispetto alle classi feudali e ai ceti medi, i quali vogliono difendere tutte le posizioni sociali che sono l’immagine di modi di produzione antiquati. Queste ultime classi non costituiscono dunque insieme alla borghesia solo una massa reazionaria.
K. Marx- F. Engels, Opere scelte,
Editori Riuniti, Roma, 19692, pag. 963