Il partito
comunista si distingue per essere “la parte piú energica dei partiti operai di
tutti i paesi”. Il suo obiettivo fondamentale è l’abolizione della proprietà
privata. Il programma, in dieci punti, presenta oltre all’espropriazione della
proprietà fondiaria, anche altri elementi interessanti, nei quali appare
evidente la centralità della funzione dello Stato. Su questo punto si aprirà
poi la polemica di Bakunin.
K.
Marx-F. Engels, Manifesto
del partito comunista
In pratica, dunque, i comunisti sono la parte piú energica,
che sempre si spinge lontano, dei partiti operai di tutti i paesi; sotto
l’aspetto teorico essi hanno il vantaggio, nei confronti della rimanente massa
del proletariato, di penetrare le condizioni, l’andamento e i risultati
generali del movimento proletario.
Il fine immediato dei comunisti è identico a quello di
tutti gli altri partiti proletari. costituzione del proletariato in classe,
abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da
parte del proletariato.
Le affermazioni teoriche dei comunisti non si basano
assolutamente su idee, su princípi che siano stati inventati o scoperti da
questo o quel riformatore del mondo.
Esse sono solamente espressioni generali dei rapporti reali
di un’attuale lotta di classi, di un movimento storico che si sta svolgendo
sotto i nostri occhi. La soppressione dei rapporti di proprietà esistenti non è
un elemento peculiare e distintivo del comunismo.
Tutti i rapporti di proprietà hanno subíto un costante
cambiamento storico, un’incessante trasformazione.
La Rivoluzione francese, p. es., soppresse la proprietà
feudale a vantaggio di quella borghese.
Ciò che caratterizza il comunismo non è l’abolizione della
proprietà in generale, bensí l’abolizione della proprietà borghese.
Ma la moderna proprietà privata borghese è la ultima e piú
compiuta espressione di quella produzione e appropriazione dei prodotti che si
fonda su antagonismi di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri.
In questo senso i comunisti possono ridurre le loro teorie
a quest’unica proposizione: abolizione della proprietà privata.
[...]
Abbiamo già visto in precedenza che il primo passo nella
rivoluzione operaia è l’elevarsi del proletariato a classe dominante, la
conquista della democrazia.
Il proletariato si servirà del suo dominio politico per
togliere gradualmente dalle mani della borghesia tutto il capitale, per
accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, cioè del
proletariato organizzato come classe dominante e per accrescere con la piú
grande celerità possibile la massa delle forze produttive.
Va da sé che in un primo momento ciò può attuarsi solo
grazie a interventi disposti nel diritto di proprietà e nei rapporti borghesi di
produzione, quindi attraverso misure che da un punto di vista economico si
presentano come insufficienti e inconsistenti, ma che nel corso del movimento
vanno ben oltre i loro scopi e sono inevitabili come mezzi per rivoluzionare
tutto il modo di produzione.
Queste misure naturalmente saranno differenti a seconda dei
diversi paesi.
Per i paesi piú progrediti, tuttavia, potranno applicarsi
quasi ovunque i seguenti punti:
1. Espropriazione della proprietà fondiaria e impiego della
rendita fondiaria per le spese dello Stato.
2. Imposta fortemente progressiva.
3. Abolizione del diritto di successione.
4. Confisca della proprietà di tutti gli emigrati e i
ribelli.
5. Accentramento del credito nelle mani dello Stato tramite
una banca nazionale con capitale dello Stato e monopolio esclusivo.
6. Accentramento di tutti i mezzi di trasporto nelle mani
dello Stato.
7. Aumento delle fabbriche nazionali, degli strumenti di
produzione, dissodamento e
miglioramento dei terreni secondo un piano collettivo.
8. Uguale obbligo di lavoro per tutti, formazione di
esercizi industriali, soprattutto per l’agricoltura.
9. Unificazione dell’esercizio dell’agricoltura e
dell’industria, graduale eliminazione dell’antagonismo tra città e campagna.
10. Istruzione pubblica e gratuita per tutti i bambini.
Abolizione del lavoro di fabbrica per i fanciulli nella sua forma attuale.
Unificazione dell’istruzione e della produzione materiale, ecc.
Marx, Opere, Newton
Compton, Roma, 1974, pagg. 363 e 367-368