Ormai la
filosofia tedesca ha terminato il lavoro di critica della religione. Finalmente
è arrivato il momento per la filosofia di distogliere l’attenzione da quello
che Marx chiama “il punto d’onore” dello spiritualismo e anche “oppio del
popolo” peri orientarsi verso la realtà concreta.
K. Marx, Critica della filosofia del
diritto di Hegel. Introduzione
Per la Germania la critica della religione nelle sue linee fondamentali è tracciata, e la critica della religione è il presupposto di ogni critica.
L’esistenza profana dell’errore è compromessa da quando è stata confutata la sua divina oratio pro aris et focis. L’uomo che, cercando un superuomo nella realtà fantastica del cielo, non ha trovato che l’immagine riflessa di se stesso, non avrà piú la tendenza a trovare soltanto l’immagine apparente di sé, soltanto il non-uomo, là dove cerca e deve cercare la sua vera realtà.
Il fondamento della critica religiosa è: l’uomo fa la religione e non la religione l’uomo. Infatti la religione è la consapevolezza e la coscienza dell’uomo che non ha ancora acquisito o ha di nuovo perduto se stesso. Ma l’uomo non è un essere astratto, isolato dal mondo. L’uomo è il mondo dell’uomo, lo Stato, la società. Questo Stato, questa società, producono la religione, una coscienza capovolta del mondo, proprio perché essi sono un mondo capovolto. La religione è la teoria generale di questo mondo, il suo compendio enciclopedico, la sua logica in forma popolare, il suo point-d’honneur spiritualistico, il suo entusiasmo, la sua sanzione morale, il suo completamento solenne, la sua fondamentale ragione di consolazione e di giustificazione. Essa è la realizzazione fantastica dell’essenza umana, poiché l’essenza umana non possiede una vera realtà. La lotta contro la religione è quindi, indirettamente, la lotta contro quel mondo del quale la religione è l’aroma spirituale.
La miseria religiosa esprime tanto la miseria reale quanto la protesta contro questa miseria reale. La religione è il gemito dell’oppresso, il sentimento di un mondo senza cuore, e insieme lo spirito di una condizione priva di spiritualità. Essa è l’oppio del popolo.
Annali franco-tedeschi, Ed. del Gallo, Milano, 1965, pagg. 125-126