Marx, Meriti e demeriti di Lutero

Come Feuerbach, Marx riconosce al monaco sassone il merito di aver compiuto una rivoluzione, di cui però sottolinea l’inadeguatezza. Spetta alla filosofia di portare a termine il lavoro da lui iniziato.

 

K. Marx, Critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione

 

Infatti il passato rivoluzionario della Germania è teorico: è la Riforma. Allora la rivoluzione ebbe inizio nella testa di un monaco, oggi in quella di un filosofo.

Lutero, invero, vinse la servitú per devozione sostituendovi la servitú per convinzione. Egli ha spezzato la fede nell’autorità, restaurando l’autorità della fede. Egli ha trasformato i preti in laici, trasformando i laici in preti. Egli ha liberato l’uomo dalla religiosità esteriore, facendo della religiosità l’interiorità dell’uomo. Egli ha svincolato il corpo dalle catene, incatenandone il cuore.

Ma se il protestantesimo non costituí la vera soluzione, diede tuttavia origine a una giusta formulazione del problema. Non si trattava piú della lotta del laico contro il prete, ossia contro qualcosa di esterno, bensí contro il suo proprio prete interiore, contro la sua natura pretesca. E se la metamorfosi protestante dei laici tedeschi in preti ha emancipato i papi laici, ossia i príncipi con il loro clero, i privilegiati e i filistei, la metamorfosi filosofica dei preti tedeschi in uomini emanciperà il popolo. Ma come l’emancipazione non si limitò ai príncipi, cosí la secolarizzazione dei beni non si limiterà alla spoliazione delle chiese, che fu praticata soprattutto dall’ipocrita Prussia. Allora, la guerra dei contadini, l’evento piú radicale della storia tedesca, fu annientata dalla teologia. Oggi che la stessa teologia è tramontata, il fatto piú illiberale della storia tedesca, il nostro status quo, s’infrangerà contro la filosofia. Alla vigilia della Riforma, la Germania ufficiale era il piú incondizionato servo di Roma. Alla vigilia della sua rivoluzione, essa è il servo incondizionato di qualcosa di ben inferiore a Roma: della Prussia e dell’Austria, dei nobilastri di campagna e dei filistei.

 

Annali franco-tedeschi, Ed. del Gallo, Milano, 1965, pagg. 135-136