Marx, Uomo sostituto di Dio

La Germania sarà all’altezza della propria filosofia? Sarà capace di fare una rivoluzione? Il suo compito deve essere quello di mettere in pratica il principio, rivelato dalla critica della religione, che l’uomo è per l’uomo l’Essere supremo e di abbattere tutto ciò che per l’uomo è degradante e spregevole.

 

K. Marx, Critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione

 

In politica, i tedeschi hanno pensato ciò che gli altri popoli hanno realizzato. La Germania è stata la loro coscienza teorica. L’astrattezza e la presunzione del suo pensiero è sempre andata di pari passo con l’unilateralità e l’approssimazione della loro realtà. Se dunque lo status quo del sistema politico tedesco esprime il compimento dell’ancien régime, questa spina nel corpo dello Stato moderno, lo status quo della scienza politica tedesca esprime l’incompletezza dello Stato moderno, la piaga del suo stesso corpo.

Essendo nemica dichiarata del mondo precedente della coscienza politica tedesca, la critica della filosofia speculativa del diritto non si esaurisce in se stessa, ma in compiti, la cui soluzione non è data che da un unico mezzo: la prassi.

Si tratta di questo: può la Germania pervenire a una prassi à la hauteur des principes, ossia a una rivoluzione che la sollevi non solo al livello ufficiale die popoli moderni, ma all’altezza umana che sarà il prossimo futuro di questi popoli.

Evidentemente l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi, la forza materiale non può essere abbattuta che dalla forza materiale, ma anche la teoria si trasforma in forza materiale non appena penetra fra le masse. La teoria è in grado di impadronirsi delle masse non appena si palesa ad hominem, ed essa si palesa ad hominem non appena diviene radicale. Essere radicale significa cogliere le cose dalla radice. Ma la radice dell’uomo è l’uomo stesso. La prova evidente del radicalismo della teoria tedesca, e quindi della sua energia pratica, è il suo partire dalla categorica eliminazione positiva della religione. La critica della religione porta alla dottrina secondo la quale l’uomo è, per l’uomo, l’essere supremo; dunque essa perviene all’imperativo categorico di rovesciare tutti i rapporti nei quali l’uomo è un essere degradato, asservito, abbandonato e spregevole.

 

Annali franco-tedeschi, Ed. del Gallo, Milano, 1965, pagg. 134-135