In questa
lettura il filosofo cileno sostiene che nel mondo esistono antinomie non
logicamente risolvibili. Esse sono esempi di strutture bi-logiche.
I. Matte
Blanco, Thinking, feeling, and being. Clinical reflections on the fundamental
antinomy of human beings and world, [Pensare, sentire ed essere. Riflessioni cliniche sull’antinomia
fondamentale fra l’essere umano e il mondo] London-New York, 1988, pagg. 96-99, trad. it. di P. Bria
Ora abbiamo visto nel capitolo 2 che l’inconscio freudiano è un insieme di strutture bi-logiche. Ciò significa che un aspetto di esse corrisponde al binario della logica classica e l’altro è l’espressione dei principio di simmetria, che costituisce il secondo binario lungo il quale si sviluppa la psicanalisi e descrive le violazioni di questa logica precisamente nello stesso aspetto dello stesso argomento. Perciò si può affermare che esiste nell’intima struttura dell’essere umano un’antinomia fondamentale risultante dalla co-presenza dei due modi di essere che sono tra loro incompatibili e ciò nonostante esistono e appaiono insieme nello stesso soggetto. Ciò è incomprensibile per il nostro pensiero normale.
Essi appaiono insieme eppure restano incompatibili né si fondono mai a formare un concetto unitario piú ampio che li comprenda entrambi. In tal senso sono come l’azoto e l’ossigeno nell’aria: insieme e tuttavia separati e mai combinati a formare biossido di azoto.
Questa antinomia è fondamentale perché sembra essere presente non solo negli esseri umani ma anche, per quanto io riesca a capire, altrove. Abbiamo, infatti, visto nel capitolo 2, paragrafo 8, che il concetto matematico di infinito è una struttura bi-logica e, in quanto tale, antinomica. D’altro canto, le considerazioni lí avanzate circa le relazioni tra questo concetto e la nostra conoscenza della natura umana, spiegano perché possiamo affermare che l’antinomia è presente anche nel mondo. Vorrei anche aggiungere, senza spiegarlo in questa sede, che secondo la rispettabilissima opinione del logico matematico Max Jammer (1986) i paradossi di Zenone, nonostante i molti sforzi fatti attraverso i secoli, non sono mai stati risolti. D’altra parte a me sembra che questi paradossi, che mostrano l’impossibilità di conciliare l’approccio al movimento in termini di infinito con quello in termini di quantità finite, sono anche espressione della medesima antinomia: sono strutture bi-logiche. Ho il sospetto che alcune delle sorprendenti scoperte della fisica atomica siano un ulteriore esempio della medesima antinomia.
Credo che queste considerazioni siano sufficienti a concludere che esiste un’antinomia fondamentale negli esseri umani e nel mondo. Tutti gli esempi di questa antinomia di base, in particolare tutte le strutture bi-logiche qui presentate, sono state trovate nello studio dei pazienti: sono ricerche e riflessioni cliniche. Ciò è cosí ovvio che sembra non esserci motivo di farne cenno nel sottotitolo. Tuttavia c’è, secondo me, un’importante ragione per farlo: dietro e al di là di queste apparenze ho tenuto in mente le loro implicazioni filosofiche.
[...]
Un appunto finale è importante per completare la descrizione della nostra antinomia di base. Ogni volta che ci troviamo di fronte a una struttura bi-logica siamo di fronte al fatto che la stessa realtà viene trattata simultaneamente da un lato come se fosse divisibile o eterogenea, formata da parti, e dall’altro come se fosse una e indivisibile.
Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991,
vol. III, pagg. 438-440